Terremoto, associazioni di Norcia: “Non portare beni culturali a Spoleto”

ImmagineTerremoto, associazioni di Norcia: “Non portare beni culturali a Spoleto”

Più di venti associazioni di Norcia hanno aderito al Gruppo in difesa dei beni culturali della città che ha rivolto un appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per chiedere di scongiurare “lo sciacallaggio istituzionale” sul patrimonio culturale di Norcia, ossia il trasferimento ai fini di ricovero e restauro nel deposito di Spoleto. 

“Portare a Spoleto o altrove il nostro patrimonio culturale –  scrive il fronte delle associazioni – rappresenta un rischio di dispersione e di mancato rientro dello stesso a Norcia, come abbiamo constato negli ultimi anni. Basti pensare ai beni archeologici di Norcia che arricchiscono il Museo nazionale di Spoleto al prezioso patrimonio artistico religioso che dopo il sisma del 1979 non è mai ritornato nelle chiese di origine e che finora fanno bella mostra nei musei di Spoleto sia diocesano che in quello del Ducato. Beni spesso di grande valore artistico come i dipinti del Filippino Lippi e del Cavalier d’Arpino. Una prassi che ha interessato anche una parte del nostro Archivio storico ospitato e per le suddette carenze presso l’Archivio di Stato di Spoleto. Da ultirmo vogliamo citare la vicenda dei Crocifissi portati a Spoleto dal Museo della Castellina e dalle chiese del Comune di Norcia per una mostra temporanea e dopo qualche anno non più restituito, adducendo i più svariati pretesti”. 

“Questi beni culturali – scrive il fronte delle associazioni – rappresentano la nostra identità culturale e segno della nostra plurimillenaria storia per questo chiediamo che rimangano in idonee strutture ubicate all’interno del territorio comunale e non vengano trasferiti in altri comuni. A nostro avviso ci sono le condizioni per ricoverare in sicurezza in zona detti beni. Per esempio presso il deposito della Soprintendenza di Norcia, già rimessa dell’ex ferrovia Spoleto-Norcia che ci risulta abbia gli spazi necessari per questo scopo. Nel caso che detti spazi fossero insufficienti si potrebbe utilizzare, attrezzandolo, uno dei diversi capannoni della zona industriale attualmente inutilizzati, come avvenne nel 1979. Comunque potrebbe essere questa l’occasione per costruire a Norcia un deposito per i beni culturali ma anche per ospitare beni privati delle popolazioni terremotate, visto che il fenomeno sismico si verifica nella nostra zona ogni 10-15 anni con effetti anche devastanti. Un centro che potrebbe ospitare anche un laboratorio di restauro del nostro patrimonio archeologico e storico-artistico”.