Spoleto, i familiari di Simone Scerna: «Verificare responsabilità della Provincia nell’incidente mortale»

ListenerDepositata in Procura una memoria al PM titolare del procedimento penale a carico di ignoti 

Chiedono giustizia i genitori di Simone Scerna, il giovane 25enne che ha perso la vita il 21 aprile scorso mentre stava tornando a casa a bordo della sua Audi A3 lungo la Provinciale 451. Proprio su quella strada, Simone ha perso il controllo dell’auto e si è schiantato contro un platano a lato della strada, il quale ha fatto perno facendolo ribaltare dentro il fossato senza lasciargli scampo. 

Quella di Simone, però, è solo l’ultima di una lunga serie di tragedie che si sono consumate nel tempo lungo la SP 451, tristemente nota per i numerosi incidenti, anche gravi e mortali che negli anni si sono succeduti, persino in tempi recenti.

Il manto stradale – si legge nella nota stampa – risulta infatti sconnesso ed è probabile che il giovane sia stato tradito proprio da uno dei numerosi avvallamenti. E, soprattutto, ai lati dell’arteria si trovano due filari di alti platani disposti a breve distanza gli uni dagli altri, senza contare i due profondi fossati che scorrono poco più in là: un mix letale per chi dovesse sbandare. 

È per questo che i familiari di Simone ora chiedono giustizia oltre che la strada provinciale lungo la quale ha perso la vita loro figlio sia finalmente messa in sicurezza. A questo scopo, nei giorni scorsi, hanno presentato una memoria al Pubblico Ministero Michela Petrini della Procura di Spoleto, titolare del procedimento penale a carico di ignoti per la morte del giovane spoletino. 

Prima però la famiglia del venticinquenne si è rivolta, attraverso la consulente Daniela Vivian, a Studio 3A, la società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità civili e penali, a tutela dei diritti dei cittadini, che sta seguendo con passione il caso e che, tramite il proprio servizio legale, ha depositato nei giorni scorsi proprio la memoria ex. art 90 cpp in Procura. Nel documento si chiede al PM di effettuare specifiche indagini, anche mediante una consulenza tecnica, per valutare se sussistano profili di responsabilità a carico degli organi e/o dei soggetti preposti della Provincia di Perugia, ente proprietario della strada e, come tale, tenuto alla sua cura, manutenzione e messa in sicurezza. Una responsabilità su cui gli Scerna e Studio 3A con i propri esperti hanno ben pochi dubbi, anche a fronte delle molteplici norme in vigore dal lontano 1992 che vietano la piantumazione di alberature lateralmente alle strade o impongono determinate distanze, nella fattispecie in alcun modo osservate, e che prescrivono anche la protezione e messa in sicurezza degli ostacoli fissi, tra cui gli alberi. Norme che -si legge nel comunicato- dovevano essere ben a conoscenza anche gli stessi uffici provinciali a cui compete la cura e la sicurezza delle strade, se è vero che a solo un paio di chilometri di distanza dal luogo del sinistro, in direzione Castel Ritardi-Spoleto, la Provincia ha apprestato tutta una serie di barriere di sicurezza, i guardrail, a protezione dei platani, nonché diversi cartelli stradali di avvertimento della pericolosità della strada per via dell’alberatura piantumata sul ciglio.

Tutti presidi che, però, purtroppo non c’erano nel tratto nel quale Simone ha perso la vita: una lacuna che acuisce la rabbia dei familiari per una tragedia -si legge- che si poteva chiaramente evitare. Se infatti in quel tratto vi fossero stati degli idonei presidi di sicurezza a protezione tanto dell’albero quanto del fossato, non si sarebbe verificato lo scontro con il primo e la caduta nel secondo.

Una battaglia, quella degli Scerna, che non vuole solo rendere giustizia a Simone ma vuole anche che la Provincia si assuma le proprie responsabilità e metta finalmente in sicurezza quella strada, evitando che succedano altre tragedie. 

Se la Provincia abbia veramente qualche responsabilità in questa storia, da adesso, sarà la giustizia a deciderlo.