Incidenti sul lavoro, in 7 a processo

Si tratta di due processi diversi aventi come filo conduttore quello di basarsi su incidenti avvenuti durante il lavoro.

Nel primo caso, il fatto risale al 2009 quando, in un cantiere a Cascia, un operaio cadde da un tetto su cui stava lavorando, compiendo un volo di 4 metri e riportando un grave trauma cranico e altre lesioni per una prognosi complessiva di 40 giorni. 

L’uomo, dopo l’incidente, denunciò il titolare della ditta che oggi è accusato di lesioni personali colpose perché, stando alle carte processuali, sarebbe stata la sua negligenza a causare la caduta del muratore e in particolare la mancanza di un necessario piano di sicurezza e il mancato accertamento delle reali capacità del tetto. 

Non solo: c’è anche l’accusa di favoreggiamento che pende su altri 4 operai della ditta per aver negato che il muratore caduto si trovasse sul tetto e per aver dichiarato di non aver spostato nulla fino all’arrivo dei carabinieri. Gli accertamenti di questi ultimi, infatti, hanno dimostrato che in entrambi i casi gli operai mentivano. 

Nel secondo caso, invece, al dipendente della ditta di autotrasporti è di gran lunga andata peggio: mentre stava guidando un trattore con semirimorchio che presentava un’avaria allo sterzo, infatti, l’uomo non riuscì a svoltare in una curva, finendo in una scarpata e perdendo la vita quasi sul colpo. Il titolare della ditta di Teramo, in quel periodo operante a Vallo di Nera, dovrà rispondere dell’accusa di omicidio colposo nel processo che vede la famiglia nel ruolo di parte civile. 

Entrambi i processi sono stati rinviati al 2015.