Spoleto7libri: Valentina Mira, “Dalla stessa parte mi troverai”

Valentina Mira, “Dalla stessa parte mi troverai”

Non se ne può più. Dal 5 aprile, data della proclamazione dei libri finalisti al Premio Strega 2024, è montata una polemica contro il romanzo di Valentina Mira, “Dalla stessa parte mi troverai”.
Noi di Spoleto7Libri lo abbiamo letto per i nostri lettori, cercando di capire il motivo dello scandalo.
L’autrice (classe 1991) rievoca rapidamente una pagina oscura della Repubblica, il pluriomicidio di Acca Larentia del 7 gennaio del 1978. Ricorda poi che ogni anno le forze neofasciste italiane commemorano la morte dei tre giovani militanti del Fronte Giovanile, due uccisi da un compagno di estrema sinistra mai identificato, l’altro da un carabiniere in circostanze mai chiarite.
L’errore della Mira è avere ricordato in due punti del libro che una donna bionda, Presidente del Consiglio, partecipa alla cerimonia, portando una corona in omaggio.
Il romanzo racconta poi la storia di Mario Scrocca, arrestato (attenzione!) quasi dieci anni dopo per i fatti di Acca Larenzia e accusato di far parte del commando assassino di estrema sinistra (attenzione!) senza uno straccio di prove. Mario Scrocca faceva l’infermiere ed era un sindacalista che difendeva i diritti dei gruppi più emarginati della periferia romana. Il giorno dell’arresto e del primo interrogatorio Scrocca è messo in isolamento in una cella di Regina Coeli antisuicidio e, specificatamente, antimpiccaggione, sorvegliato a vista. Incredibilmente la notte stessa (ed è il 1 maggio 1987) Mario Scrocca è stato trovato impiccato in quella cella, l’autopsia è stata fatta in fretta e furia senza il perito di parte: la famiglia non ottiene spiegazioni.
Valentina Mira racconta poi la storia della giovane vedova, Rosella Scarponi, e del suo bambino di due anni, Tiziano. La donna, una segretaria di 25 anni, decide di non dichiarare guerra allo Stato. I giornali condannano Mario Scrocca, tanto chi è morto non si può difendere e la moglie non ha né i soldi né gli appoggi politici per farlo.
A distanza di 30 anni su quello strano suicidio in carcere non è mai stata fatta chiarezza, anche se i dati dei documenti rivelano che quella notte, nelle stesse celle di ‘isolamento’, si trovava un esponente di estrema destra e anche se le simpatie destrorse dei secondini di quel braccio di carcere erano ben note.
Nel suo libro Valentina Mira, in maniera estremamente coraggiosa, suggerisce che non si è indagato abbastanza su quella morte e che forse Mario Scrocca non si è suicidato e che, se se così fosse, si dovrebbe cercare i colpevoli.
I dati degli editori informano che alla data dal 31 marzo 2024 appena 1189 persone hanno letto di libro di Valentina Mira. Non si capisce la motivazione dell’adirarsi da parte delle forze politiche. Probabilmente adesso, dopo tutte le polemiche mediatiche, lo leggeranno molte più persone e non potranno fare a meno di farsi una loro opinione su uno dei rari libri dichiaratamente antifascisti del nostro panorama letterario.
Lucia Romizzi

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