Ciao Silvio. Nel ricordo di Sergio

Si è spento in questi giorni Silvio Salvatorelli. Pubblichiamo questo toccante ricordo del cugino Sergio Grifoni e porgiamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia.

Perché?

Su questo interrogativo ci ha fatto riflettere stamattina don Bruno, durante l’ultimo saluto che ti abbiamo dato nella chiesa di San Pietro, piena nonostante la festività.
Perché proprio a te; perché in questo modo; perché ancora in un’età non prettamente senile. Ognuno avrà dato la sua risposta, in virtù delle esperienze, dei valori, delle proprie convinzioni, della fede. Dietro a quel perché, io ho rispolverato i tanti momenti insieme, iniziando dal nostro essere bambini a casa dei nonni a Borgiano: io il cugino “posato”,
tu quello irrequieto.
La tua vigorosa vivacità, direttamente proporzionale alla gracilità fisica.
Le tue fragorose scorribande fra la Posterna e via Portafuga; i tanti maritozzi di panna da Zampolini, accompagnati dall’immancabile impegno: paga mamma; il tuo inseparabile Mini Bike colorato che incorniciava l’adolescenziale frenesia; i tuoi pattini a rotelle che hanno macinato chilometri nella orgogliosa pista del Giardino dello Sport; la tua squadra di hockey e quella di calcio, dove il tuo impegno si confrontava sempre con la generosità; l’amore per gli animali che hai sempre condiviso con la tua Giovanna; le tue risate coinvolgenti e le tue barzellette esilaranti.
Poi la malattia.
Un fulmine a ciel sereno, che ha da subito disegnato il crepuscolo della tua esistenza.
Solo il tempo doveva decidere quando.
E quel tempo, purtroppo, è arrivato. Sei riuscito a sopportare tutto con la robustezza della tua innata ironia. Non è bastata però!
Perché?
Solo nei comuni ricordi e nella mia tristezza troverò forse una risposta. Ciao Silviè.

Sergio Grifoni

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