Spoleto, il PD dice la sua sul “caso” Festival dei Due Mondi

Riceviamo e pubblichiamo dal Partito Democratico spoletino:
 
La vicenda delle scelte artistiche e di collaborazione annunciate dalla Direttrice artistica del Festival dei Due Mondi Monique Veaute, portata alla ribalta dalla stampa locale e nazionale ci ha spiazzati.

 
Avevamo infatti salutato con soddisfazione le affermazioni di madame Veaute sull’intenzione di ricalcare le orme del Maestro Gian Carlo Menotti che sulle scelte artistiche ha sempre agito in totale autonomia riservando ai propri amici – e di amici ne ha avuti tanti specialmente nei primi anni del Festival – il ruolo di mecenati finanziatori, lasciando i rapporti interpersonali nell’ambito della sua vita privata.
 
Vogliamo quindi considerare l’annunciata consulenza artistica della senatrice Urbani una questione che rientra nella sfera privata anche alla luce del fatto che sul portale ufficiale del Festival non compare più il suo nome tra i consulenti. Vogliamo quindi valutarlo come un errore di inesperienza da parte della Veaute che, non ci fa meraviglia, sarà sicuramente tirata da tutte le parti.
 
Sulla stessa linea, a parere del Pd di Spoleto, si colloca quindi il caso del figlio della Presidente del senato Casellati, Alvise che già nel 2016 avrebbe voluto esibirsi come direttore d’orchestra in piazza Duomo ricevendo un cordiale, ma deciso “no”. Per lui sarà l’occasione di dimostrare se vale come musicista, nel caso sarà per lui l’inizio di una carriera di successo, visto che il Festival è stato un trampolino per tanti talenti. Ma se non sarà all’altezza dell’ambiziosa performance di sicuro il pubblico, anche quello spoletino che è abituato e molto preparato all’ascolto e alla partecipazione agli spettacoli di musica classica grazie al Festival e Teatro Lirico Sperimentale, non sarà clemente con lui. Perché essere riconosciuto artista è un traguardo che si conquista. Nessuno può regalarlo.
Auspichiamo piuttosto che proprio nel solco del Maestro Menotti, torni a Spoleto dal prossimo anno, l’opera lirica e con essa i laboratori di scenotecnica, la sartoria e le prove d’orchestra. Questo sì che sarebbe un contributo alla città che con amore, discrezione e rispetto accoglie gli artisti da sempre.