Spoleto, 2mila spettatori in sei giorni per gli Incontri di Mieli

Si è chiusa l’edizione 2017 degli Incontri di Paolo Mieli da quattro anni all’interno della programmazione ufficiale del Festival dei 2Mondi di Spoleto. Personaggi delle istituzioni, delle aziende, della cultura si sono alternati per raccontarsi di fronte al grande giornalista e parlare dell’attualità e del futuro con un tema ricorrente, il riscatto del territorio dopo il trauma della sequenza sismica che ha caratterizzato il 2016. “Abbiamo parlato della nostra terra e imparato molto da questi incontri”, ha spiegato il presidente di Hdrà, Mauro Luchetti, ideatore della Carta di Spoleto, un documento varato in questi giorni e condiviso da amministrazioni nazionali e locali che mette nero su bianco le tappe per il rilancio della cittadina umbra, simbolo e paradigma di tanti altri centri in Italia. “Ci proponiamo – ha aggiunto Luchetti – di fare ancora di più nei prossimi anni, sempre insieme a Paolo Mieli”.

Ospiti dell’ultima giornata di incontri due importanti scrittori, Camilla Baresani ed Edoardo Nesi, che hanno ripercorso i momenti più importanti delle loro carriere. Per Nesi fu la vittoria del Premio Strega: “Per 15 anni i miei libri hanno venduto poco, in certi casi molto poco, e 15 anni sono tanti. Ho avuto la fortuna di essere sostenuto da un editore che nonostante tutto mi ha sempre incoraggiato. Io pensavo di essere bravo e che i miei libri meritassero di essere scritti, non conoscevo nemmeno cosa potesse essere il successo. Stavo per rassegnarmi e accettare che il mio spazio fosse quello, quando è arrivato lo Strega”. Per Camilla Baresani il momento decisivo è stato il distacco dalla sua città d’origine, Brescia. “Quando mi trasferii a Milano – racconta – nessuno mi conosceva e da quella solitudine capii di voler essere una scrittrice, costruendo amicizie solo con le persone che mi interessavano. Non sono socievole di natura, lo sono diventata di più negli anni, probabilmente ho iniziato a scrivere per esprimere ciò che non riuscivo a dire. Poi c’è stata Roma, la fuga dal nord. Roma è l’entusiasmo festante, Milano è l’orgoglio di avercela fatta da sola”.