Spoleto, Il Personal Trainer risponde : maschi e femmine diversi ma…..

allenamentoCon piacere rispondo alla mail della lettrice del vostro sito che  si chiede e mi chiede  una cosa che ha un fondamento: gli sport/attività fisica  da scegliere sono gli stessi per un uomo e una donna?

Uomo predatore, donna preda : Probabilmente a causa del retaggio ancestrale che vede l’uomo come predatore e bisognoso di affermare con la forza la propria leadership nel “branco” e la donna obbligata a farsi scegliere grazie alla “potenza estetica” del suo aspetto, è molto probabile che, traducendo grossolanamente le aspirazioni, ci troveremo davanti a uomini che vogliono aumentare la propria massa muscolare e a donne che cercano di dimagrire e tonificare.

 A livello puramente tecnico spesso l’idea di allenamento rivolta al maschile e al femminile è intrisa di luoghi comuni e leggende metropolitane che differenziano in maniera importante le prestazioni dei due sessi e che si devono principalmente ad un personale non qualificato e, se ci è consentito, addirittura pericoloso.

 Muscoli si, muscoli no:  Se Prendiamo ad esempio l’Ipertrofia: (aumento del volume di un organo, nello specifico dei muscoli) è uno dei concetti più fraintesi in merito all’effetto dell’allenamento con i pesi sulle donne, infatti è facile imbattersi in discorsi in cui  sembrerebbe che l’utilizzo dei pesi causi un ingrossamento eccessivo della muscolatura femminile, provocando la perdita di proporzioni e grazia.

 Un carico (peso) è ritenuto allenante quando è almeno il 60% del proprio massimale (il massimale è il peso con cui si riesce a compiere una sola ripetizione), viceversa al di sotto di questo carico non vi sono adattamenti fisiologici e di conseguenza non vi saranno nemmeno i risultati previsti.

 In una donna provocare ipertrofia consistente non è per nulla facile, infatti, manca il corredo ormonale atto a provocare un aumento di volume significativo del muscolo. La quantità d’ormoni anabolici è inferiore a quella dell’uomo da 10 a 30 volte. Quindi non abbiate paura di sollevare qualche peso, anzi ,fatto nella maniera più opportuna e con i giusti carichi, potrete ottenere dei risultati sorprendenti, senza per questo doversi sentire delle esagerate body builder!

E’ bene ricordare che ipertrofia e forza sono due concetti ben distinti; vi può essere aumento di forza senza aumento del volume muscolare (ipertrofia muscolare).

 Esistono comunque sostanziali differenze dal punto di vista biologico tra il corpo dell’uomo e quello della donna e questo è ancora più evidente in relazione alla pratica dell’esercizio fisico.

 Differenza tra gli sport Una differenza sostanziale tra i 2 sessi è individuabile anche in base al successo delle diverse discipline sportive: l’uomo prevale nelle discipline di forza, e di potenza (gli sport di velocità, il sollevamento pesi,i lanci, ecc…) mentre le donne a causa di una maggiore flessibilità del tronco, sono più avvantaggiate nelle discipline olistiche e quelle in cui la musica e coordinazione svolgono un ruolo fondamentale. E’ importante tenere in considerazione questa differenza,  ed è per questo che il mio consiglio è quello di rivolgersi sempre ad un professionista che sia in grado di  orientare la propria programmazione e calarla nella maniera più ottimale sulle caratteristiche dei due differenti universi.

 Diverso approccio psicologico Tutto ciò premesso è importante tenere presente che invece la maggiore discriminante tra uomini e donne rispetto all’attività sportiva è indubbiamente di tipo ideologico.

 A livello di approccio psicologico possiamo meglio evidenziare le differenze che sembrano distinguere il genere maschile da quello femminile.

 Di fronte all’esecuzione di un gesto tecnico o atletico, le femmine privilegiano la qualità dell’azione a scapito dei tentativi ripetuti; in questo esse mostrano maggiore timore dell’errore, e per conseguenza maggiore preparazione, prudenza, concentrazione: “pochi gesti ma buoni”, si potrebbe dire; viceversa i maschi privilegiano la quantità, l’abbondanza, la ripetizione, il procedere per “tentativi ed errori”, confidando che sul numero alla fine anche i risultati verranno. 

 Se per le donne la perfezione del gesto sportivo si raggiunge evitando gli errori, attraverso la cura e selezione dei movimenti, al contrario per gli uomini essa si ottiene provando e imparando dagli errori stessi.

 Le donne sembrano agire secondo una logica “efficientista”, ovvero con uno stile sportivo maggiormente attento al rispetto delle regole e degli standard, l’ottimizzazione delle procedure, la sinergia ed armonia tra le parti, mostrando in questo alta affidabilità, regolarità e tenacia. Per loro il segreto del successo è nella cura dei dettagli.

 Viceversa gli uomini tendono a puntare maggiormente alla efficacia, secondo una logica per cui “il fine giustifica i mezzi”, ricorrendo se necessario a varianti, prove, soluzioni individuali e forme di maggiore aggressività. In questo si rivelano meno costanti e coerenti ma più coraggiosi, flessibili. Il successo per essi sta nella rapidità decisionale e di anticipare le situazioni.

 Nell’affrontare le prove sportive e l’agonismo in genere, la parte femminile è sensibile ed amante della forza immaginativa della mente, specie se ben collegata e sintonica con la componente affettiva. Lo sport è relazione e sentimento prima ancora che pratica e sudore. Si potrebbe dire che esse hanno bisogno di “provare emozioni” sportive per iniziare a “pensare lo sport”.

 I maschi per contro privilegiano l’esperienza e partono spesso da questa, propria o altrui. Amano gli esempi e gli episodi critici, hanno bisogno di “provare a fare” per iniziare a “pensare” l’attività sportiva.

 Senza tuttavia dimenticare che in questo ambito le eccezioni sono la regola. Preso nota delle differenze, la prima cosa da fare è non assolutizzarle: anche nello sport andrebbe evitato di parlare di “maschi” e “femmine” come di realtà rigide e distinte. Meglio piuttosto parlare, come si diceva, di approccio maschile o femminile allo sport, al di là di quale sia il sesso di chi lo pratica, e senza infine trascurare l’impatto che le caratteristiche di quella specifica disciplina può avere sull’atleta.

Conclusioni:  In questo articolo la cosa che salta agli occhi in maniera vistosa è che il percorso verso il benessere, sia una costante sinergia tra attività fisica ed “equilibrio della mente” o, per dirlo in una parola, equilibrio psico-fisico.

Tutto questo ci dimostra che il benessere che ci chiedete di raggiungere, ci impone di essere non soltanto dei bravi allenatori di muscoli e articolazioni, ma anche motivatori capaci di ascoltare, capire e interpretare, i disagi e le richieste che si frappongono o si accompagnano al conseguimento del risultato cercato e voluto.

Credo però che sia essenziale, prima ancora di parlare di “maschi o di femmine”, fare quello che realmente ci piace e che ci dia soddisfazione nel farla e che in una parola ci faccia stare bene.

 Quindi a questo punto non mi resta che augurare un buon sano allenamento a tutti e… a tutte! 😉

 

Claudia Scarponi Personal Trainer