Questione Bps, Cardarelli denuncia il PD per diffamazione

«Quando non abbiamo la possibilità di dimostrare che siamo migliori degli altri, altro non rimane da fare che tentare di dimostrare che gli altri sono peggiori di noi, non facendoci scrupolo nemmeno di ricorrere addirittura alla menzogna. Purtroppo ciò che descrivo è la rappresentazione di quello che sta facendo colui che io ho sempre definito il mio  concorrente alla carica di sindaco, ma che ora, mio malgrado, devo definire il mio avversario/nemico.»

Queste le prime battute di un lungo comunicato stampa a firma di Fabrizio Cardarelli che, dopo il pieghevole distribuito per la città dal PD spoletino, annuncia di sporgere denuncia contro quelle che ha definito vere e proprie menzogne, mistificazioni e denigrazioni personali. 

Di sicuro c’è che il PD non c’è andato leggero quando ha scritto (ma ha anche detto) che «da presidente della Spoleto crediti e servizi Fabrizio Cardarelli è stato politicamente corresponsabile di una gestione unitaria, e solo in ultima litigiosa, che ha fatto perdere alla nostra banca l’identità spoletina».

Ma Cardarelli alle accuse ribatte, spiegando che quelle parole sono solo calunnie, dal momento che -scrive- «i bilanci dell’istituto di credito che mi vedono coinvolto come presidente della controllante ScS sono stati tutti ampiamente attivi: L’utile della BpS nel 2008 (ultimo anno della mia gestione) era di 10. 620.817 euro e quello della ScS era di 3.817.724 euro. Le passività rovinose della BpS, così come rilevato dalla Banca d’Italia, non sono perciò ascrivibili né direttamente né indirettamente al sottoscritto.»

Non solo: «se il PCI-ULIVO-PDS-Margherita-DS fosse intervenuto nelle sedi opportune (anche politiche) per fermare le successive gestioni della banca che il sottoscritto inutilmente denunciava da tempo, forse l’identità spoletina della stessa non si sarebbe persa. In effetti  tutti gli spoletini conoscono l’importanza dei voti trasversali che i vertici di quella banca hanno sempre assicurato ad alcuni elementi della sinistra nella più bieca delle spartizioni del potere: la banca a me e il comune a te. Ecco perché le nostre mozioni sull’argomento banca, che esprimevano la preoccupazione per il futuro dell’istituto e chiedevano l’intervento deciso del Sindaco sono rimaste lettera morta.»

 E dopo aver chiarito la sua posizione in merito alle accuse, Cardarelli sferra il colpo: leggere che Spoleto avrà la possibilità di accedere alle risorse solo se avrà lo stesso colore politico, scrive l’aspirante primo cittadino, equivale a dire che  la gestione del denaro pubblico da parte della Regione Umbria e dello Stato è prettamente clientelare (se sei mio amico ti faccio arrivare i finanziamenti, altrimenti ti rovino).» E su questo Cardarelli incalza una risposta dalla Marini. 

Per concludere, Cardarelli ricorda che all’inizio della tornata elettorale lui stesso era stato invitato da rappresentanti istituzionali del PD ad essere il candidato sindaco anche della sinistra salvo, dopo risposta negativa, diventare il nemico n.1 di quello stesso partito. «Vi ricordate la famosa favola della volpe e dell’uva?»