RIFIUTI: CHIUSURA SANT’ORSOLA. QUANTO COSTERA’ IL CONFERIMENTO NELLE DISCRICHE DEGLI ALTRI ATI? ZAFFINI INTERROGA LA GIUNTA

“Dove saranno smaltite le 50mila tonnellate di rifiuti prodotte annualmente dall’ati 3 e quanto costerà, in termini di aggravio della tariffa ‘Tarsu’ per i contribuenti, procedere con il conferimento nelle discariche di altri ambiti territoriali?”. Lo chiede il consigliere Franco Zaffini con una interrogazione in cui inchioda l’esecutivo regionale alle responsabilità per la disattesa attuazione del piano rifiuti 2009 – 2013.
“Il ‘piano rifiuti’ approvato dall’assemblea legislativa dell’Umbria nel 2009 – spiega Zaffini – dava il 2013 come anno di entrata a regime del sistema di gestione che doveva prevedere: l’avvio di un nuovo impianto di termovalorizzazione nell’Ati 2 per smaltire la frazione secca, la riduzione da sei a tre discariche strategiche sull’intero territorio regionale e una raccolta differenziata ‘spinta’ al 65 per cento. Ad oggi – prosegue – per quanto riguarda la chiusura del ciclo con trattamento termico nell’Ati 2, non solo non abbiamo l’impianto, ma i comuni degli ambiti territoriali interessati non hanno neanche individuato il luogo dove istallare il termovalorizzatore; in riferimento alle discariche, la maggior parte delle quali ampliate anziché chiuse, siamo al paradosso che, a seguito della saturazione definitiva della discarica di Sant’Orsola, il Sindaco Benedetti prospetta l’apertura di un nuovo ‘mini-sito’ nello spoletino; in questo disastroso contesto la raccolta differenziata al 65 per cento, prevista dal piano, è pura fantascienza e ad oggi si attesta ad appena al 38 per cento (media regionale; 33 per cento l’Ati 3)”.
Nell’atto presentato, il consigliere richiama tutte le precedenti interrogazioni con cui annualmente ha chiesto chiarimenti circa il futuro della discarica di Sant’Orsola, l’attuazione del Piano Rifiuti, le prospettive di smaltimento nel perdurare della mancata realizzazione del termovalorizzatore, definendo sempre ‘fumose, approssimative e contingenti le risposte dall’assessore’.
“L’unica ragione per cui l’Umbria non è ancora in stato emergenziale – afferma sempre Zaffini – risiede nel costante ampliamento delle sue discariche, una pratica perpetrata per oltre venti anni, a cui l’esecutivo diceva di voler porre fine attraverso l’attuazione del piano regionale vigente. I fatti, invece, dimostrano esattamente il contrario, ossia che chi ci amministra non ha né la forza né la volontà di porre in essere una soluzione definitiva per la chiusura del ciclo dei rifiuti. Del resto – conclude l’esponente dell’opposizione – chi politicamente ha in mano la gestione dei rifiuti è lo stesso assessore che, sia in questa che nella passata legislatura, si occupa del trasporto pubblico locale, una premessa non certo confortante, se guardiamo la situazione fallimentare in cui versa Umbria mobilità e che, a breve, riguarderà anche il nostro sistema di smaltimento dei rifiuti!”.