Caso Dante Alighieri : finalmente interviene la Scuola ecco il documento dei colleghi.

Dopo giorni e giorni di prese di pozione, proclami , richieste di provvedimenti, supposizioni ,  ipotesi e processi sommari, finalmente si fa sentire la voce della Scuola, che dovrebbe costituirsi parte civile nella vicenda e chiedere almeno i danni morali. I coleghi della professoressa hanno redatto un documento , che però non è stato ancora diffuso in modo ufficiale.  Nel documento  i docendi denunciano il fatto che è stato portato un attacco alla scuola in generale  e alla Dante Alighieri in particolare , principalmente  senza conoscere in maniera diretta i fatti. Il clamore suscitato e la strumentalizzazione che ne è seguita hanno coinvolto negativamente la professionalità in senso lato di tutto il corpo insegnante  e sparato a zero su persone in toni spropositati rispetto al reale valore della situazione.  Condannano il processo sommario che si è creato sulla vicenda sulle semplici basi del ” sentito dire”.  Sostengo in pieno la collega e temono l’enorme danno d’immagine che tutto il mondo scolastico ha subito ed in particolare la scuola per la  quale e nella quale svolgono con passione e sacrificio la loro profesionalità.

Di tenore più o meno analogo il comunicato che Laura Zampa , nella doppia veste di collega e di politico , ha diramato in merito alla vicenda . Eccolo nella sua interezza.

Nella doppia veste di docente in servizio presso la “scuola sec. di 1° grado “Dante Alighieri” di Spoleto e di persona che ha ricevuto mandato politico dai suoi concittadini quale Consigliere Provinciale, ritengo sia doveroso intervenire riguardo l’argomento che tanto ha tenuto impegnate le nostre testate locali e nazionali nella scorsa settimana. Non intendo difendere qualcuno, ma qualcosa, qualcosa in cui credo e nella quale ho investito la mia vita professionale da 30 anni: la Scuola. Non intendo commentare l’azione della docente che ha accettato dai suoi allievi la proposta di disegnare un carro allegorico relativo al Presidente del Consiglio, per questo c’è la Dirigente Scolastica che nel suo ruolo provvederà ad ogni dovuto accertamento e provvedimento. Non intendo fare interventi strumentali,  ma vorrei  invitare ad una riflessione, a non continuare a tenere alzati i toni, ma a ricondurli nella loro giusta dimensione: la dimensione psico-pedagogica propria della Scuola. La dimensione della relazione, dell’ascolto, della interlocuzione, del dialogo tra tutti i soggetti, docenti, famiglie, allievi, dirigenti. Se la scuola vuole essere, come tutti auspichiamo, formativa e non solo informativa, non può e non deve prescindere da questa dimensione che, unica, la rende Comunità Educante. Certamente siamo educatori e come tali dobbiamo essere capaci di dettare le regole e saper dire gli adeguati “ no ” ai nostri ragazzi; ma talvolta può accadere che la troppa passione per il lavoro, o la tensione che nessuno può negare deriva dal doversi rapportare con tante giovani vitalità, possano indurre all’errore. Quando questo accade interviene il dialogo che da sempre, sicuramente anche nella nostra Scuola, permette alle famiglie ed ai docenti di trovare la comprensione reciproca e di attuare le strategie  più adeguate per educare i nostri figli all’interno di quel “Patto di corresponsabilità” che viene firmato all’inizio del rapporto educativo.

Compito della Politica è favorire la relazione, l’ascolto, l’interlocuzione, il dialogo e non interromperlo all’origine fuorviando i genitori dalla prima giusta direzione, che è quella del rapporto con il Dirigente Scolastico e con i docenti. Così si sottrae ingiustamente ed erroneamente autorevolezza alla Istituzione scolastica e cosa più grave alla relazione educativa. Sono invece tempi in cui è bene puntare sulla Scuola  per restituire alle giovani generazioni fiducia, valori, senso della cittadinanza e spirito critico, sono tempi in cui ciascuno di noi è chiamato, ognuno nel proprio ruolo, a dare esempio e testimonianza di Servizio, Unità e Democrazia.

 

Laura Zampa