Giorgio Mariottini sugli appalti alle cooperative nella sanità

La produzione di beni e servizi che riguardano  la crescita economica e del tessuto produttivo di una intera Cittadinanza, può passare per Cooperative specializzate, che, come aziende, producono.
Invece la salute pubblica in mano alle Cooperative è un po’ un controsenso, da accettare purtroppo come dato di fatto.
Come è un controsenso officiare gare di appalto al ribasso per aggiudicarsi servizi ai Cittadini in grave difficoltà, come alla fiera dei bovini, col sensale che ci prende un tot. per cento.
Il mondo va così, e ovunque, da quando è subentrata la mentalità manageriale nello Stato, con tutte ‘ste figure intermedie che organizzano,
fanno e “disfanno”, assumono o non assumono, come se stessero gestendo i propri soldi, come i veri manager di aziende serie,
Per fare un’ esempio, con questa logica di strappare allo Stato determinate
funzioni e gestioni in nome di un teorico risparmio, in un grande ospedale di Roma, grazie a queste cooperative, neanche riescono a produrre il numero certo degli addetti nè il posizionamento logistico del personale della cooperativa stessa.
Tipo:
“Rossi lavora con voi?”
“si”
“E ndo sta?”
“BO!”.
Si sa solo che se gli stessi addetti fossero alle dipendenze dello Stato, certi ospedali non sarebbero falliti, avendo risparmiato.
Infatti gli ospedali lavorano su un deficit da paura e continuano a delegare e stra pagare dirigenti di cooperativa vincitrice d’ appalto, quando questi svolgono solo un mero ruolo amministrativo.
Se i dipendenti del Cerchio, fossero ora dipendenti della ASL, lavorerebbero senza rischi di licenziamento, sarebbero aggiornati da un ambiente professionalmente valido, offrirebbero un servizio migliore,
gestiti da un dirigente che già esiste nella struttura.
Invece adesso in trenta, a Spoleto, rischiano il licenziamento, ecco il risultato delle prime grandi riforme che il nuovismo anni 80 ha portato.
Troppo spesso le riforme non hanno l’ effetto desiderato, ma si insiste, con la scusa di migliorare il sistema ed allontanare le intromissioni politiche.
E invece è l’ esatto contrario, spesso è il tessuto politico che decide e, se l’ Asta per un appalto è a norma, può saltare tutto il sistema di un territorio.
E il sistema cooperative è lavoro e futuro per troppe persone, non può un’ asta mettere ammezzo alla strada  in un sol colpo, tutti gli addetti.
Eppure è così, dai tempi di Bettino, già allora servito, riverito e sponsorizzato da un certo Berlusconi mentre affossava l’ Italia.