Festival di Spoleto, Laureti: “Sicuri non si possa fare di più di 4 giorni?”

Secondo una ricerca del Sole24Ore saranno 35 i miliardi persi negli ambiti della cultura e del turismo in Italia nel 2020: due tra i settori più importanti per il Sistema Italia sono tra i settori più colpiti dal Coronavirus. E questo vale ancora di più per una città come Spoleto, per una Regione come l’Umbria.

Il parere richiesto al Comitato Tecnico Scientifico dal Ministro Franceschini, che verrà trasformato in decreto, parla di una ripartenza per quello che riguarda cultura e spettacoli dalla prima settimana di giugno, naturalmente rispettando tutte le regole a tutela della salute prima di alzare il sipario.

Il Sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma, Carlo Fuortes, intervistato da un quotidiano nazionale, ha dichiarato che da luglio, con il Rigoletto di Verdi, nuovi mezzi tecnologici e cantanti tutti italiani, riparte la stagione estiva del Teatro dell’Opera a Villa Borghese a Roma. La cultura, aggiungiamo noi, è inventiva, capacità esplorativa e il desiderio di percorrere sentieri nuovi. In un momento straordinario anche le decisioni che si prendono devono necessariamente esserlo.

Con questa premessa chiediamo al Sindaco Umberto De Augustinis, all’Assessore alla Cultura Ada Urbani e al CdA del Festival, che si riunirà nelle prossime ore per decidere il futuro dell’edizione 63 del Festival dei Due Mondi, di valutare se non sia possibile fare qualcosa di più rispetto alla scelta di quattro giorni di spettacoli alla fine di agosto. Bisogna aspettare e vagliare tutte le ipotesi perché questo è un momento in cui le cose possono cambiare di ora in ora, di giorno in giorno. Abbiamo Piazza del Duomo ma anche il Teatro Romano e i due teatri della città dove tutte le regole dettate dal Comitato Scientifico possono essere rispettate: la distanza, l’utilizzo delle mascherine, la vendita di biglietti in modalità telematica, l’igienizzazione degli ambienti.

Prendiamo esempio dall’Opera di Roma che non si è fermata e dai Festival simili al nostro che stanno valutando la possibilità di non fermarsi. Serve alla città, serve a tutte le persone che lavorano nell’ambito della cultura e del nostro Festival ma serve soprattutto per rilanciare un settore vitale in una città come Spoleto che non può permettersi di aspettare la 64esima edizione del Festival del prossimo anno.

Far ripartire la cultura significa far ripartire l’Italia. Fare l’edizione 63 del Festival dei Due Mondi significa dare un po’ di ossigeno alla nostra città che, mai come in questo momento, ne avrebbe tanto bisogno.