Filippo Coarelli rivoluziona l’archeologia spoletina
Ci aspettavamo una lectio magistralis di altissimo livello, un tuffo affascinante nell’archeologia di Spoleto, una di quelle ricostruzioni storico-archeologiche rese possibili da una interpretazione nuova e originale delle fonti per cui Filippo Coarelli è famoso. Eppure il più grande archeologo italiano vivente stavolta si è superato.
Nel bellissimo incontro svoltosi oggi 13 giugno nella Chiesa di Sant’Agata, il Professore ha presentato quattro epigrafi frammentarie di epoca repubblicana. Queste iscrizioni, reimpiegate nelle mura medievali di Spoleto ma in origine facenti parte di un’unica lastra, sono oggi conservate nei depositi del Museo Archeologico Nazionale e Teatro Romano (MANTR) diretto dalla dott.ssa Silvia Casciarri. Nella prima lastra si trova per esteso il nome ‘Annibal’, in altre si legge di ‘signa’ (cioè statue) offerte in voto.
Con un bellissimo e efficacemente documentato gioco di incastri Filippo Coarelli ha proposto di datare l’iscrizione della lastra agli anni immediatamente successivi al 146 a.C., data conclusiva della Terza guerra punica, che vide la vittoria di Roma e la distruzione di Cartagine. Dopo quella data Scipione Emiliano, nipote di Scipione Africano (colui che aveva sconfitto Annibale a Zama nel 202 a.C.), avrebbe restituito alle città romane saccheggiate da Annibale nella Seconda guerra punica (218-201 a.C.) le statue portate a Cartagine. Come è ben noto, dopo la battaglia del Trasimeno del 217 a.C., marciando in direzione Roma, Annibale puntò sulla colonia latina di Spoleto, che resistette valorosamente al suo assedio. E allora… da dove proverrebbero le statue restituite a Spoleto dopo il 146 a.C, cioè i ‘signa’ di cui parla l’iscrizione?
Probabilmente dal santuario alle fonti di Campello sul Clitumno, nel II secolo a.C. di pertinenza spoletina, specificatamente dal tempio di Giove (il ‘[Iov]ei’) dell’iscrizione, di cui abbiamo notizia da due iscrizioni conservate al MANTR. Secondo Coarelli la lunga epigrafe in esame sarebbe stata collocata sul basamento di un donario che sosteneva le statue restituite, anche se la presenza tra le epigrafi spoletine di una seconda iscrizione con la menzione di Annibale potrebbe non escludere la presenza di due donari.
Nella seconda parte della conferenza il Professore ha cercato di spiegare come Annibale, dopo la vittoria al Trasimeno del 217 a.C., si sarebbe diretto a Roma per la via più breve, cioè la nuovissima Flaminia costruita nel 220 a.C., toccando quindi e assediando Spoleto. Spoleto si difese eroicamente e allora Annibale mosse verso le Marche ma questa è un’altra storia. La storia che ci interessa è che la Flaminia originaria passava con estrema probabilità per Spoleto, e non per Carsulae, come invece molti archeologi ancora sostengono.
Ancora una volta la mente geniale di Filippo Coarelli ha elaborato un sistema in cui ogni tassello trova un significato, ribadendo la notevole importanza di Spoleto nel mondo romano.
Lucia Romizzi
Filippo Coarelli al ristorante “La Barcaccia”