Spoleto, vendita delle rete del gas nella completa indifferenza. Ma sono anche “gas..si” nostri

gasSpoleto, vendita delle rete del gas nella completa indifferenza. Ma sono anche “gas..si” nostri

Il comune si vende la rete del gas, ma sembre cje non importi a nessuno. Poco rumore dalle opposizioni, silenzio totale dei cittadini. Per smuovere un pò le acque, pubblichiamo queste riflessioni di Sergio Grifoni, che ci ricorda che forse sono anche caz… pardon gassi nostri!

QUANDO TUTTI DAVANO..GAS!!!
Era raggiante quel giorno Franco Pallucchi, attivo vice Sindaco, quando presenzio’ al “taglio del nastro” per l’avvio dei lavori per l’erogazione del gas metano nel nostro comune.
Il Sindaco avv. Laureti lascio’ a lui il compito di rappresentare l’Amministrazione per tale appuntamento.
Era l’undici febbraio del 1976 ed il presidente dell’ASE, societa’ da poco costituita per i servizi energetici comunali, era l’esile Tiberio Brunetti.
La genuina cerimonia si svolse in un angolo di piazza della Vittoria, accanto allo “storico” distributore Fiorentini, in fase di smantellamento.
Avvertivano aria di smantellamento anche i caratteristici “bombolai” che, con ciclomotori modificati, con apicar, con carrettini, rifornivano il gas alle famiglie spoletine.
Si stava aggiungendo un altro tassello di quella ricostruzione moderna e di quella modernita’ ricostruita, che aveva caratterizzato il boom degli anni cinquanta e sessanta.
“Piu’ consumerete e meno pagherete”, erano le rassicurazioni del momento.
“E poi, non dovrete piu’ riconsegnare il vuoto!!” – era il rafforzativo promozionale.
Si attivava praticamente un servizio pubblico a beneficio del privato.
Ma quarant’anni son passati e, con essi, anche i propositi, le intenzioni, le strategie, le necessita’, le persone.
In questi giorni si e’ deciso di rovesciare i ruoli, ovvero: arrivare ad un servizio privato per il pubblico.
Vendere cioe’ ai privati il servizio di erogazione del gas metano.
E’ quanto ha gia’ deliberato la maggioranza in Consiglio Comunale, accogliendo la proposta formulata dalla Giunta.
Onestamente non conosco a fondo le motivazioni che hanno portato a tale decisione, ma sento comunque di fare una riflessione in proposito.
Se si vuol vendere prevedendo di racimolare un bel gruzzoletto, significa che il servizio ha un certo valore.
Se ha un certo valore, significa che si vende un “gioiello di famiglia”.
Un sillogismo indiscutibile.
Anche una cosa e’ inconfutabile: quando una Amministrazione vende i gioielli di famiglia, non lascia la stessa possibilita’ a chi verra’ poi.
E’ come un capo famiglia che, non trovando altra soluzione (o non sforzandosi a trovarla) vende il patrimonio lasciatogli dal padre.
E’ la strada piu’ semplice e meno faticosa.
La motivazione e’ che esisterebbero difficolta’ di bilancio e, quindi, si avverte la improcrastinabile necessita’ di trovare soldi per far quadrare i conti. 
Ci puo’ stare!
Pero’, mi chiedo: quale sarebbe stata l’alternativa per trovare risorse economiche?
Qualcuno mi ha risposto: aumentare le tasse comunali ai cittadini!
Ah, ho capito.
Non sara’ pero’ che, passando il servizio del gas ai privati, non aumentano e’ vero le tasse, ma aumenta gradualmente il costo della bolletta?
Sarebbe per noi cittadini arrivare nello stesso punto, percorrendo strade diverse.
Mi auguro che, nel voler vendere, ci si sia tutelati da questa nefasta possibilita’.
Perche’, se cosi’ non fosse, risaneremo certo il bilancio, ma e’ come se rincominciassimo a restituire il vuoto!!!
Con buona pace di Pallucchi e di Tiberi!!!!

Sergio Grifoni