Tante le autorità civili, militari e religiose presenti
E’ stato proprio il nobile valore della pace ad avere il ruolo di filo conduttore di tutte le iniziative che domenica la città di Cascia ha realizzato per celebrare la solenne inaugurazione del maestoso monumento dedicato a Santa Rita, donato dalla famiglia Sarkis a nome del popolo libanese.
La storica giornata, che ha richiamato nelle terre di Rita numerosi fedeli e pellegrini, soprattutto dalla Terra dei Cedri, si è aperta, presso la nuova rotatoria alle porte della città e all’intersezione della strada per Roccaporena, con l’accoglienza dei Tamburini di Cascia e della Banda Nazionale dei Vigili del Fuoco.
Tra le tante autorità civili, militari e religiose presenti, ricevute dal Sindaco Gino Emili, i sindaci della Valnerina e dell’Umbria, il Card. Béchara Boutros Raï, Patriarca di Antiochia dei Maroniti, accompagnato da Monsignor Renato Boccardo, Arcivescovo di Spoleto-Norcia, Catiuscia Marini, Presidente della Giunta Regionale e l’Onorevole Gianpiero Bocci, Sottosegretario al Ministero dell’Interno.
A dare inizio alla cerimonia, sono state proprio le parole di Monsignor Boccardo, che ha detto: “L’immagine di Rita collocata alle porte di Cascia e Roccaporena, accoglie i pellegrini così che ognuno si senta a casa, sotto la Sua famiglia. Auguro che il monumento, oltre ad arricchire questa valle già così bella, possa essere segno di accoglienza e fraternità in modo che tutti coloro che giungono alle sorgenti della vita di Santa Rita, possano trovare ispirazione e motivazione per continuare con sapienza il pellegrinaggio della vita quotidiana”. Poi, il Patriarca che, prima di benedire il bellissimo monumento, ha pregato per i cristiani del Medio Oriente e per tutti i presenti, dicendo: “Attraverso questo monumento tutti possano essere illuminati dall’esempio di Rita, imitando le virtù di questa donna Santa. Questo evento storico si verifica in concomitanza del sinodo e mi auguro che con l’intercessione di S. Rita, che oggi unisce due popoli nella sua fede, la Chiesa possa divenire maestra della famiglia, forte e unita nell’amore”.
Il monumento, contornato da rose e celato da un velo bianco, ha così mostrato la sua luce d’amore e di splendore a tutti, commuovendo la folla di fedeli, che hanno intonato insieme alla Banda dei Vigili del Fuoco, prima l’Inno d’Italia e poi l’Inno del Libano.