Spoleto, Neocatecumenali sotto attacco. Il nuovo capitolo scritto da F. Contarelli

kiko-arguello-sinistra_2925391_703858Spoleto, neocatecumenali ai raggi x. Le perplessità e i dubbi di Francesco Contarelli

Dopo la prima riflessione, Francesco Contarelli ci invia il secondo capitolo piuttosto nutrito, attraverso il quale fa le pulci al movimento religioso fondato da Kiko Arguello, movimento che per ora non replica.

Chi ha un bel pò di tempo si accomodi, ecco il trattato

L’opinione approssimata che, per sentito dire, avevo di questo cammino era parzialmente favorevole, ritenendo che si trattasse di gruppi beneficamente attivi e volenterosi, anche se un po’ troppo autonomi e un po’ fissati su alcune loro originalità liturgiche.

Ma l’accurata analisi che ho potuto ora compiere mi ha svelato un quadro ben diverso. Ho potuto leggere attentamente il volume che contiene gli “orientamenti” per i catechisti. Storia, finalità, dottrina e prassi sono qui condensati nel modo più autentico. Tutte le citazioni tra virgolette le ho riportate accuratamente da qui, pur non indicando il numero di pagina, trattandosi di affermazioni spesso ripetute e non essendo il libro normalmente reperibile. Anche qui vige assoluta segretezza nonostante ci si appelli al fatto che tutto è stato approvato dalla S. Sede, ma nulla si deve sapere.

Si tratta infatti di un testo riservato ai catechisti, i quali non lo cedono a nessun altro. Va quindi subito notata questa qualità negativa del movimento: il segreto. Ripetutamente è scritto: “Non dite nulla di tutte queste cose”. “Ciò che dirò non è perché lo diciate alla gente, ma perché voi l’abbiate come fondo, come base”.

Ma sono proprio questo “fondo”, questa “base” che risultano inammissibili. Quindi e i neo-catechizzandi e i superiori ecclesiastici (verso i quali i catecumenali ostentano tanto ossequio) non essendo illuminati su tale “fondo” sono ingannati. E si tratta, come mostrerò, di gravi deviazioni dottrinali e pratiche.

Nel quadro dolorosamente statico di certe parrocchie i gruppi catecumenali, con le loro attività settimanali (riunioni bibliche, preparate da alcuni membri, a turno, e lunga riunione eucaristica), con gli scambi di esperienze e l’accentuazione comunitaria delle riunioni di “convivenza” mensili, con il programmatico allenamento alla sopportazione del prossimo e al distacco dai beni, con la confessata prospettiva di essere solo in “cammino” di “conversione” da proseguire nel “pre-Catecumenato” e nel “Catecumenato”, tali gruppi, dico, danno la buona impressione di impegno e fervore.

Ma, in realtà, è fervore o fanatismo? È frutto di grazia o di plagio? Kiko mette le mani avanti: “Non si tratta – dice – di plagiare nessuno”, in quanto non viene compiuto alcun “lavaggio del cervello attraverso ragionamenti”. Ma tale “lavaggio” e il “plagio” derivano invece proprio dalla mancanza di chiari ragionamenti e dal fuoco di fila di affermazioni drastiche, suggestionanti, di tono carismatico.

Ecco Kiko: “Il cristianesimo tradizionale, come battezzati… prima Comunione… Messa domenicale… non ammazzare, non rubare… non aveva niente di cristianesimo, era uno schifo… eravamo precristiani… senza aver ricevuto uno Spirito nuovo avuto dal cielo… Ora Dio ci ha convocati per iniziare un Catecumenato, verso la rinascita”; “anche se pochi stiamo segnando una pietra miliare… facendo presente che il regno di Dio è arrivato sulla terra”; per il “rinnovamento del Concilio” ci voleva la “scoperta” del “Catecumenato”; “Abramo è la figura del Catecumenato”; “vi parlo in nome della Chiesa, in nome dei Vescovi… i catechisti catecumenali hanno un carisma confermato dai Vescovi”; “sono Giovanni Battista in mezzo a voi: “Convertitevi, perché il regno di Dio è molto vicino a voi”; “io sto dando la vita a voi, attraverso la parola di Dio depositata in me… la spiegazione della parola la dò io”; “come Mosè nel deserto siamo il vostro aiuto”; “che Gesù è risuscitato è testimoniato dagli Apostoli: ed io pure lo testimonio… garantendolo con la mia vita”; “come Abramo camminò… voi dovete camminare, secondo la parola che vi abbiamo promesso”; “noi vi consegneremo lo Spirito Santo”; “sarete convocati in assemblea dallo Spirito Santo…, vi parlerà Dio”; “tutti voi siete stati segnalati a dito da Dio”; “nessuna comunità fondata da noi è fallita …: vi assicuro che qui c’è Dio” .

La carica suggestiva e fanatica è continuamente rafforzata dalla radicalità ed esagerazione delle affermazioni e dai richiami integralisti ed acritici alla Bibbia.

Per esempio, la “partecipazione” (soprannaturale) della natura divina è affermata come un divenire “Dio stesso”, un “avere la natura divina”; il “risorgere con Cristo” vien fatto corrispondere ad avere “lo stesso sangue redentore di Gesù Cristo”, divenire anche noi “Spirito vivificante”, con il compito di ripetere e “manifestare ad ogni generazione ciò che è avvenuto una volta sul Calvario, lasciandoci uccidere”; l’influsso deleterio del peccato personale nella comunità è affermato come un “distruggere la comunità, la chiesa”; quando nel pre-Catecumenato “si dirà di vendere i beni, si dovranno vendere tutti… non potendo altrimenti entrare nel Regno e neanche nel Catecumenato”; il nostro cristianesimo, prima della nostra conversione catecumenale, fa “schifo”, ecc. Tutto ciò, anziché allontanare, accentua il plagio e il fanatismo di chi si è lasciato prendere, tanto più nella prospettiva del promesso lungo (sette anni) cammino formativo.

Ma ben più gravi appaiono le deficienze e la dannosità di questo movimento se da queste modalità si passa ai contenuti. Non c’è alcuna posizione dottrinale o pratica cattolica che non sia gravemente deformata. Il tutto presentato con impressionante grossolanità e confusione teologica e biblica, congiunte all’ostentato atteggiamento di acuta riscoperta e di suggestionanti prospettive di personale, elitario impegno e sacrificio.

La “riscoperta” dei primitivi e autentici valori cristiani viene presentata su un piano fideistico, carismatico, di fede “esistenzialmente” vissuta. Cordiale disprezzo delle assunzioni “filosofiche” della Chiesa e di quello che viene chiamato il “giuridicismo” della speculazione “teologica”, organizzata nei vari trattati: “Avevano messo in scatola lo Spirito Santo, lo avevano imbottigliato e messo in trattati che potevamo dominare, in cui avevamo tutti i più puri gioielli della conoscenza di Dio: de Deo uno et trino, de Deo creante, ecc. e senza rendercene conto avevamo impoverito la visione di Dio”. Particolarmente deprecabile “l’immobilismo quasi totale determinato dal Concilio di Trento”, che sarebbe stato finalmente superato dal “Vaticano II”.

Similmente tutta la struttura, prassi, liturgia ecclesiastica sarebbero caduti, dopo la pace di Costantino e l’irruzione nella Chiesa delle grandi masse, in un “giuridicismo”, di puri riti e impetrazioni di favori celesti, comuni ad ogni povera “religiosità naturale” perdendo la autentica vitalità di fede della “Chiesa primitiva”, che finalmente, dopo il Vaticano II, viene ora “riscoperta” e ricuperata, proprio mediante il movimento catecumenale.

Il fatto che oggi “le nazioni escono dalla Chiesa” costituirebbe, a tale riguardo, un vantaggio, neutralizzando l’effetto di quella irruzione delle masse e riportandoci all’epoca precostantiniana. “Così il cristianesimo potrà brillare con tutta la sua purezza e freschezza. Così potremo riaccostarci alla Chiesa primitiva”.

 

Un crocione su secoli e secoli di vita della Chiesa, con presuntuosa noncuranza, se non altro, di tanti santi che li hanno costellati.

Si tratta dunque di un movimento non di massa, ma di élite. Esso però intende tutt’altro che restare chiuso in se stesso. Dicono bensì: “Noi non conquistiamo nessuno, non predichiamo un cristianesimo proselitista”. Ma, di fatto, premono per moltiplicare nelle parrocchie i loro gruppi (che non devono superare alcune decine di membri). Intendono anche costituire l’unico vero modo per la “salvezza del mondo”.

Qui tocchiamo una prospettiva fondamentale del movimento, strettamente collegata a una nebulosa e inammissibile nozione di “salvezza”, continuamente e confusamente ripetuta.

La salvezza consisterebbe nell’annuncio e nella accettazione, per fede, della “buona notizia”, cioè dell’”evento” salvifico che è la risurrezione di Gesù, quale definitiva “vittoria sulla morte” e segno quindi dell’avvenuto, amoroso, “perdono” di Dio. I catecumenali comunicano tale “buona notizia” e manifestano tale “segno” con l’accettazione dell’”evento” e il suo rinnovamento personale della “vittoria sulla morte”. Questa avverrà, come fu per Gesù, “passando attraverso la morte”, cioè “facendoci uccidere” per “amore” paziente degli altri, rispondendo con la “non violenza” alla loro opposizione, “finendo sulla croce dei difetti altrui che ci distruggono”.

Con tale testimonianza salvano il mondo: “I Catecumeni sono custodi della Parola che è lo sperma dello Spirito, sono la presenza di Dio nel mondo, sono la Chiesa: una comunità di fratelli. Questo è un mistero impressionante: un gruppo di uomini sono deificati e formano il Corpo di Gesù Cristo risorto, il Figlio di Dio. Se questo si dà in un luogo, lì si dà la vittoria sulla morte. Questo è un annuncio costante della Buona Notizia che ormai la Vita Eterna è arrivata, che il Regno di Dio è vicino. E questo salva il mondo”.

Siamo davanti ad affermazioni roboanti che, pur con qualche addentellato di verità, sono solo atte a suggestionare e plagiare, oltre che a nascondere la reale loro gratuità e incoerenza. Appare subito evidente che tra il Calvario di Gesù e quello che a noi può procurare il prossimo c’è una bella differenza; che Gesù non ha vinto la morte solo col sopportarla, ma fisicamente risorgendo; e che l’edificante solidarietà e altruismo di un gruppo, oltre che potere influire solo su una ristretta cerchia, non sono certo sufficienti per la universale diffusione della fede e della salvezza.

Ma, a parte ciò, il gravissimo equivoco riguarda la nozione fondamentale di salvezza. È vero che, nel quadro di tanta confusione teologica, si registrano anche, al riguardo, alcune affermazioni corrette. Ma esse sono contraddette da altre innumerevoli, che riducono quelle pochissime esatte a vani rattoppi e artificiosi alibi, difensivi contro il timore di condannare. Inutilmente, per esempio, si afferma, incidentalmente, che bisogna anche “dare i segni della fede. Noi non siamo protestanti. La fede senza le opere è morta”.

Prima di tutto le opere non sono richieste solo come segno, ma come doverosa conformità alla legge morale, secondo il divino volere. Poi e soprattutto tale affermazione è dissolta dalle innumerevoli ripetizioni della concezione nettamente luterana al riguardo. Nessuno sforzo ascetico, con il sostegno della grazia; la salvezza solo mediante la fede: “L’uomo, separatosi da Dio, è rimasto radicalmente impotente a fare il bene, schiavo del maligno”; “L’uomo non si salva per mezzo di pratiche”; “per un cristiano alla S. Luigi – col suo: prima morire che peccare – è fondamentale essere in grazia di Dio, non perdere questa grazia, perseverare.

La grazia è un qualcosa che non si sa bene cosa sia, che si ha dentro, con cui bisogna morire… Ma poi ho capito che vivere in grazia è vivere nella gratuità di Dio che ti sta perdonando con il suo amore”; “Dio perdona i nostri peccati e il suo Spirito Santo ci fa santi figli di Dio. E questo gratuitamente a chiunque crede che Gesù è l’inviato del Padre come suo Salvatore”; “il cristianesimo non è un appello alla coscienza e all’onestà… ma l’invito ad accogliere l’annuncio del perdono gratuito di tutti i nostri peccati”; “il cristianesimo non è un moralismo.

“Gesù Cristo non è affatto un ideale, un modello di vita, non è venuto a darci l’esempio”; “i sacramenti non costituiscono un aiuto a tal fine”; “lo Spirito vivificante è ben lontano dallo spingere al perfezionismo, alle buone opere, alla fedeltà al Cristo morto”; “il cristianesimo non esige nulla da nessuno, regala tutto”; “al più peccatore, al più vizioso si regala una vita eterna”. “Dio è amore al nemico … ; se abbiamo fatto cose orribili, Dio ci ama, ci perdona… non si esige da te nulla”; la Parola di salvezza non chiede come la legge “uno sforzo in più, uno sforzo intimo, che ce la si metta tutta”.

Ancor più grave e al di là della stessa concezione luterana è la negazione di ogni colleganza ontologica, soprannaturale, meritoria tra la salvezza e la immolazione di Gesù. Crolla la nozione fondamentale di redenzione, di riscatto: un cardine della fede. Con la risurrezione, dopo la morte, Gesù avrebbe solo notificato agli uomini che l’hanno ucciso la sua volontà di perdono. Con crassa ignoranza si osa affermare che “con il rinnovamento teologico del Concilio non si è parlato più di dogma della Redenzione, ma di mistero di Pasqua di Gesù”, come se questa contraddicesse a quella. E con insistenza, sottolineata perfino da grossolana ironia: “Le idee sacrificali sono entrato nell’Eucaristia per condiscendenza suggerita dal momento storico alla mentalità pagana”; “al posto del Dio giustiziere delle religioni che appena ti muovi ti dà una bastonata in testa, scopriamo il Dio di Gesù Cristo”; “forse che Dio ha bisogno del sangue del suo Figlio per placarsi? Ma che razza di Dio abbiamo fatto? Siamo arrivati a pensare che Dio placava la sua ira nel sacrificio di suo Figlio alla maniera degli dei pagani”.

Come ho detto, tutte le verità teologiche fondamentali sono deformate gravemente; e naturalmente anche i sacramenti. Mi limiterò a qualche rilievo su questi, in particolare sulla Confessione e l’Eucaristia.

L’atteggiamento di fondo, in sé lodevolissimo, di voler fare sul serio è continuamente avvelenato dall’incomprensione e dal superficiale e presuntuoso disprezzo per tutto ciò che si è insegnato e fatto finora. Ecco come è trattata, per esempio, dalla Carmen, la classica e profonda distinzione tra attrizione e contrizione: “Si cominciò a dar valore alla contrizione. Fa quasi ridere pensare che è necessaria la sola attrizione se ti vai a confessare e la contrizione se non ti confessi”. Ignoranza che irride!

Per la confessione non manca l’affermazione, di facciata, di obbedienza ecclesiale: “Manteniamo la confessione individuale perché si deve conservare e inoltre perché ha il suo valore”. Probabilmente ci sarà stato anche al riguardo qualche esplicito richiamo della autorità. Ma è una prassi evidentemente sopportata. Ed è in antitesi comunque a tutto il contestuale insegnamento. La nozione di peccato come violazione della legge morale e ribellione alla volontà divina è rifiutata, essendo “concezione legalistica del peccato, come mancanza a una serie di precetti”.

Si irride al presunto automatismo delle assegnate “espiazioni” (penitenze) per il “perdono”, dimenticando il loro giusto aspetto di riparazione (che esige, certo, l’antecedente pentimento, assolutamente essenziale). Svalutato il pentimento: “La conversione non è pentirsi del passato, ma mettersi in cammino verso il futuro”: come se la conversione possa guardare al nuovo futuro senza riprovare il passato (e avere dolore per l’offesa di Dio, mai nominata in questa catechesi). La conversione senza pentimento del passato si ricollega alla già vista affermazione del “gratuito” perdono di Dio, senza “sforzo” personale, col solo obbligo di riconoscersi peccatori e accettare tale perdono. Anche se nelle riunioni penitenziali sono ammesse le confessioni particolari con il rapido ascolto e le assoluzioni dei presbiteri, tali assoluzioni sono, in sé, ripetutamente svalutate e anzi criticate, unitamente al Tridentino che le ha prescritte, perché darebbero alla confessione un carattere “magico” (completa incomprensione dell’ex opere operato dei sacramenti). In base a pochi, unilaterali autori, pedissequamente seguiti, si espone una specie di storia della confessione, senza alcun riferimento alla precisa narrazione evangelica della sua istituzione.

Scartata la maturazione teologica sancita dal Tridentino, la norma sarebbe data dalla confusamente supposta prassi della Chiesa primitiva. Eccoci a una riunione penitenziale: “Quanto vi abbiamo annunciato dell’amore di Dio e del perdono dei peccati, ora si realizzerà, perché Dio ci dà il potere non solo di annunciare il perdono, ma di comunicarlo attraverso un segno”, “nella Chiesa primitiva il perdono non era dato con l’assoluzione, ma con la riconciliazione con tutta la comunità, mediante il segno della riammissione all’assemblea, in un atto liturgico”, “il valore del rito non sta nella assoluzione, visto che in Gesù Cristo siamo già perdonati”. “è la comunità ecclesiale, lì presente, segno di Gesù Cristo per gli uomini, che perdona concretamente”. Siamo in linea con la negazione protestante del vero sacramento.

Tutto ciò senza che sia stata compresa minimamente la vera natura de sacramento cattolico, come risulta da questa grottesca esposizione che ne viene fatta: “Così abbiamo vissuto noi la confessione, ed ecco perché questa pratica oggi è in crisi. Il perdono passa in secondo piano, rimanendo essenziale il semplice confessare i peccati e ricevere l’assoluzione. La confessione si trasforma in qualcosa di magico. Si ha una visione legalista del peccato, per la quale non importa tanto l’atteggiamento interiore quanto il confessare esternamente e dettagliatamente tutti i peccati di ogni tipo. Visione individualista, completamente privata, in cui la Chiesa non compare da nessuna parte ed è un uomo che ti perdona i peccati”. Incomprensione completa della confessione tridentina.

Impressionante saggio della grossolanità teologica del movimento. In questo sacramento, tanto è primario il perdono che se ne cerca la sicurezza nell’assoluzione; è tanto poco magica (ricorso a falsi poteri) che dipende dal divino potere di Gesù; tanto poco incurante dei valori interiori che il pentimento interno ne condiziona la validità; tanto poco dipendente da un semplice uomo che questi opera in persona Christi e per mandato della Chiesa. Anche Lutero fece lo stesso per attaccare le verità cattoliche: deformandole.

Quando ebbi le prime notizie sulle riunioni eucaristiche catecumenali pensai che quelle originalità rituali costituissero soltanto delle libertà liturgiche, in parte tollerabili e in parte correggibili. Non avrei mai immaginato che esse avessero invece un retroterra così gravemente eterodosso. Ora capisco anche perché tanta resistenza a richiami autorevoli per conformare i riti alle prescritte norme liturgiche. Tali atteggiamenti di autonomia e difformità, rispetto alle comuni norme e prassi, sono connessi, dottrinalmente e psicologicamente a opposizioni di fondo.

Si pretende addirittura di “scoprire” la vera Eucaristia, giacché avevamo “frainteso e impoverito tutto”. Inspiegabile come tutto continui ad esser consentito nonostante anche quanto dagli ultimo pontefici, ora inopinatamente azzerato.

L’Eucaristia non sarebbe che “il memoriale della Pasqua di Gesù, cioè del suo passaggio dalla morte alla vita, dal mondo al Padre, nel quale esultante evento noi esperimentiamo la risurrezione dalla morte”, cioè il “nostro proclamato perdono e la nostra salvezza”, essendo “il carro di fuoco che viene a trasportarci verso la gloria”.

L’essenza della Messa, come sacrificio, è nettamente negata, a modo luterano: “Le idee sacrificali sono entrate nell’Eucaristia per condiscendenza alla mentalità pagana”; “la massa di gente pagana (che irruppe dopo Costantino) vide la liturgia cristiana con i suoi occhi religiosi, volti all’idea del sacrificio”; “nell’edificio che Dio costruisce, le idee sacrificali che aveva avuto Israele, e che erano state superate dallo stesso Israele nella liturgia pasquale, erano le impalcature: adesso che l’edificio è stato costruito si è tornati a tali impalcature, cioè alle idee sacrificali e sacerdotali del paganesimo”; “le discussioni medievali sul sacrificio riguardavano cose non esistenti nell’Eucaristia primitiva, non essendovi in essa alcun sacrificio cruento, ossia qualcuno che si sacrifica, Cristo, il sacrificio della croce, il Calvario, ma solo un sacrificio di lode, per comunicazione alla Pasqua del Signore, ossia al suo passaggio dalla morte (spezzamento del pane) alla risurrezione (calice)”. Con queste ultime affermazioni, mentre giustamente è escluso dall’altare il sacrificio cruento, è escluso anche il sacrificio incruento, di Gesù sacramentalmente presente, e quindi è esclusa l’attualità sacrificale della Messa.

Questa esclusione, d’altra parte, è pienamente coerente con la esclusione già vista della immolazione cruenta e salvifica di Gesù per la nostra proclamata salvezza. Esclusi i redentivi meriti del Calvario non avrebbe senso per i catecumenali la loro applicazione mediante il mistico Calvario dell’altare. Ed è anche penosamente coerente la loro ostilità alle molte ripetizioni delle Messe, essendo ignorato (Lutero) il frutto impetratorio.

Netta opposizione pure a tutta la parte offertoriale. Se è Dio che fa tutto, che dà il grande annuncio di salvezza, che “passa come carro di fuoco e trascina tutta la umanità”, a che pro le offerte? “Offrire le cose a Dio per renderlo propizio: come siamo lontani dalla Pasqua!”; “è l’idea pagana di portare offerte per placare Dio”; “si è giunti fino alla enormità di dire: con l’ostia pura, santa e immacolata ti offri tu, il tuo lavoro e il giorno che comincia!”; “nell’Eucaristia non offri nulla: è Dio assolutamente presente che dà la cosa più grande, la vittoria di Gesù Cristo sulla morte”; “processioni, basiliche grandiose… offertori… riempiono la liturgia di idee legate a una mentalità pagana”. Sono affermazioni tutte penosamente coerenti alla negazione che Gesù sacramentalmente si immoli e si offra: ogni altra offerta non è concepibile che in unione alla sua.

Sono eliminati così ogni movimento ascensionale a Dio e ogni intimo colloquio con Gesù sacramentato, come se questo non fosse che abbassamento “statico” della Eucaristia, la quale non dovrebbe essere che “esultazione” per la “discesa” del divino intervento e anzi la proclamazione della vittoria già ottenuta: “Abbiamo trasformato l’Eucaristia che era un canto al Cristo risorto nel divino prigioniero del Tabernacolo; abbiamo parlato, come nelle ‘prime Comunioni’, di ‘un bambin Gesù’ che ci mettiamo nel petto quando vogliamo… invece la Eucaristia è tutto il contrario… è Dio che passa e trascina l’umanità”.

Qui già si delinea un oscuramento della fondamentale verità della presenza reale, ammessa la quale dovrebbe apparire invece la preziosità e del Tabernacolo e della presenza in chi si è comunicato e dell’intimo colloquio. Ma ben più grave e diretto tale oscuramento apparisce da altre affermazioni; oscuramento che si riflette ovviamente e sul fatto della consacrazione e sulla natura e il valore dei poteri sacerdotali: “Il sacramento è il pane, il vino e l’assemblea: è dall’assemblea che sgorga l’Eucaristia” (parole adeguate per un rito puramente commemorativo, non certo per il sacramento eucaristico e l’esercizio dei poteri sacerdotali). E, con presuntuosa ostentazione di superiorità su tutta la teologia e la prassi cattolica, spinta fino all’ironia: “La Chiesa Cattolica divenne ossessionata riguardo alla presenza reale, tanto che, per essa, è tutto presenza reale” (falso: non la ritiene tutto, ma fondamento di tutto); le “discussioni teologiche sull’ossessivo fatto se Cristo è presente nel pane e nel vino, fanno ridere”; “in un certo momento fu necessario insistere contro i protestanti sulla presenza reale… ma ora non è più necessario e non bisogna insistervi più (con l’attuale disordine teologico e liturgico è invece più necessario di prima)”; “inutili tentativi filosofici di spiegare come è presente, con gli occhi o senza, fisicamente, ecc. o con la transfinalizzazione olandese… si è preteso con la transustanziazione di spiegare il mistero” (non “spiegarlo” ma precisarlo essenzialmente, determinarlo, come hanno fatto, nel modo più impegnativo, il tridentino e tutto il Magistero successivo, disprezzati dai catecumenali: la noncuranza circa la presenza “fisica” a pari come per l’antitetica transfinalizzazione olandese, svela, per lo meno, l’incomprensione della vera presenza).

Escluso ogni aspetto di sacrificio e tutto ridotto a “banchetto” di esultanza (concezione, questa sì ossessiva, dei catecumenali, spinta fino a ricevere la Comunione a sedere e a considerare “inconcepibile il non comunicarsi di qualcuno, perché alla cena pasquale si va proprio per mangiare”), “tutti i valori di adorazione e contemplazione alieni dalla celebrazione del banchetto vanno eliminati”; “il pane e il vino non sono fatti per essere esposti, perché vanno a male (!); la preoccupazione per i ‘frammenti’, caratteristica di chi crede nella presenza reale, è ridicolizzata: ‘Non è questione di briciole, ma di sacramento di assemblea’”; “Tabernacolo, Corpus Christi, esposizioni solenni, processioni, adorazioni, genuflessioni, elevazione, visite al santissimo, tutte le devozioni eucaristiche, andare a Messa per far la Comunione e portare Gesù nel cuore, ringraziamento dopo la Comunione, Messe private… minimizzano l’Eucaristia… sono molto lontani dal senso della Pasqua”.

Altre continue affermazioni cercano di svalutare il problema della presenza, che è invece il fondamento di tutto il resto: “La cosa importante non sta nella presenza di Gesù Cristo nella Eucaristia… ma nel fine, nella Eucaristia qual mistero di Pasqua”. E si moltiplicano affermazioni evanescenti: “Come Dio era presente nella Pasqua, cioè nella liberazione dall’Egitto, così Gesù è presente con il suo spirito, risuscitato da morte” (presenza di azione, non di persona?); “invece di porre il problema della presenza di Cristo nella Eucaristia, si pensi che Cristo è una realtà vivente che fa Pasqua e trascina la Chiesa”; “la presenza di Cristo è un’altra cosa. È il carro di fuoco che viene, a trasportarci verso la gloria, a farci passare dalla morte alla risurrezione”.

Purtroppo questa stessa evanescenza, proprio su punti che esigerebbero la massima determinazione, comparisce anche a riguardo della risurrezione di Gesù: “Il memoriale che egli lascia è il suo spirito risuscitato da morte”; “come hanno visto gli apostoli Cristo risorto. Come un fantasma? No, l’hanno visto in loro stessi… costituito Spirito vivificante”. Questa ultima espressione è spesso ripetuta. Certo Gesù ha mandato il suo Spirito. Ma la risurrezione riguarda il corpo reale di Cristo.

È una evanescenza consona alla grande confusione teologica e scritturale e alla superficialità, congiunte alla presunzione di acutezza e di approfondimento critico, senza dire della presunzione carismatica. Come ho già detto, non c’è verità teologica o biblica che non sia deformata, anche perché questi catechizzatori laici, mancando di qualsiasi solida formazione teologica e biblica di base, dipendono da pochi testi, scelti tra i meno sicuri e più avventati. Questa evanescenza e confusione si inquadrano poi nella fondamentale dottrina catecumenale, vista all’inizio, dell’annuncio pasquale di salvezza, nebulosamente presentato, senza alcuna precisazione, e inconsistente quanto al dogma della redenzione.

Il metodo semplicistico e astuto di questi impreparati e improvvisati maestri per scavalcare ogni seria indagine e discussione teologica è di svalutarla in partenza e sostituirla con categoriche affermazioni. E il metodo per evitare condanne e fratture con i superiori sono la raccomandazione del segreto, la nebulosità di certe espressioni (cortine fumogene) e le affermazioni di ossequio al Magistero inserite qua e là, che hanno tutta l’aria di polvere negli occhi, essendo continuamente contraddette dal contesto.

Ci troviamo, in conclusione, davanti a un penoso e dannosissimo lavaggio del cervello, di tipo fanatizzante, sul piano dottrinale, pratico, liturgico, su gruppi di fedeli, animati, in fondo, da ottime intenzioni, ma illusi e deviati dalla giusta via della sicura ascetica, dell’esempio dei santi, e della ortodossia. Questi gruppi suscitano ammirazione, nei confronti con certi ambienti tanto grigi e apatici, perché si presentano volenterosi e impegnati. Sono mossi effettivamente dalla brama dell’autentico, del diverso, del più, rispetto a tanto grigiore. Ma questo “diverso” purtroppo è inteso come ripulsa della maturazione dottrinale e pratica della Chiesa da Costantino in poi, ritorno ossessivo alla Chiesa primitiva (inesattamente interpretata), avversione alle “strutture” ecclesiali, autonomia laica rispetto al clero e alla Gerarchia (nelle riunioni la presidenza data al parroco è fittizia: la guida effettiva è dei catechisti, anche nelle riunioni bibliche).

Le interpretazioni integriste e acritiche della Scrittura, come il vendere tutto, l’assoluta passività non violenta, la prospettiva stessa di morire per gli altri, danno l’impressione di grande e ammirevole fervore. Ma, se questo può essere equilibrato e reale in alcuni soggetti, in complesso riflette un falsificante processo di fanatizzazione e una ingannevole costruzione sulla sabbia, con il grande danno complessivo dello sbandamento dottrinale e disciplinare. Anche Valdo (salve le proporzioni) si lanciò e lanciò i suoi laici catechisti, partendo dal totale “vendi ciò che hai”, suscitando fervorosi seguaci e finendo nella ribellione ed eresia.

Sleale è il frequente appello che fanno al Vaticano II, come rotto con la Tradizione e in particolare col Tridentino, il che è assolutamente falso. È la falsità diffusa anche oggi da tutti i modernisti. I Catecumenali osano addirittura affiancarsi al Vaticano II, come se la sua linea si identificasse con quella catecumenale e soltanto con quella.

Ecco un saggio di questa sleale identificazione e delle clamorose prospettive fanatizzanti: “Vi assicuro che il rinnovamento del Concilio Vaticano II secondo l’itinerario catecumenale, porterà la Chiesa a una gloria indescrivibile e riempirà di stupore e ammirazione gli orientali e i protestanti, essendo il Concilio ecumenico”. Può servire da sintesi conclusiva.
 Mi dimenticavo una domanda spero legittima: siamo sicuri che quei pochi sacerdoti diocesani e credo, ma non sono sicuro, qualche religioso, che seguono le comunità del cammino, presenti sul territorio, siano preparati per arginare eventuali prese dei posizione dei catechisti?
Franco Continelli

18 Responses

  1. Volevo Lasciarvi un ultimo pensiero.

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    OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
    PER L’INIZIO DEL PONTIFICATO

    Domenica 22 ottobre 1978

    “FRATELLI e SORELLE! NON ABBIATE PAURA di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà!
    Aiutate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo e, con la potestà di Cristo, servire l’uomo e l’umanità intera!
    Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!
    Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa!
    Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna”.
    GIOVANNI PAOLO II

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    NON ABBIATE PAURA di accogliere il cammino nelle vostre parrocchie nelle vostre case nella vostra vita.
    Lasciate che quanti vogliono servire Cristo attraverso il cammino possano parlare all’uomo.
    Permettete, quindi vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia permettete a Cristo di parlare al cuore.
    Aprite, anzi, spalancate le porte al cammino, permettete all’uomo di accettare la potestà del cristo.
    Preghiamo per il cammino perchè possa servire con umiltà.
    Non abbiate paura dei neocatecumeni! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo quale è il suo pensiero.

    Moris Gini servo inutile

  2. Volevo Lasciarvi un ultimo pensiero.

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    OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
    PER L’INIZIO DEL PONTIFICATO

    Domenica 22 ottobre 1978

    “FRATELLI e SORELLE! NON ABBIATE PAURA di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà!
    Aiutate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo e, con la potestà di Cristo, servire l’uomo e l’umanità intera!
    Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!
    Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa!
    Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna”.
    GIOVANNI PAOLO II

    ———————————————————————————————————
    ———————————————————————————————————

    NON ABBIATE PAURA di accogliere il cammino nelle vostre parrocchie nelle vostre case nella vostra vita.
    Lasciate che quanti vogliono servire Cristo attraverso il cammino possano parlare all’uomo.
    Permettete, quindi vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia permettete a Cristo di parlare al cuore.
    Aprite, anzi, spalancate le porte al cammino, permettete all’uomo di accettare la potestà del cristo.
    Preghiamo per il cammino perchè possa servire con umiltà.
    Non abbiate paura dei neocatecumeni! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo quale è il suo pensiero.

    Moris Gini servo inutile

  3. Ringrazio la redazione di 7 giorni 7 per l’articolo in prima pagina , non ce nera bisogno non sono un giornalista.

    Ringrazio e con loccasione Vi volevo invitare se mi permettete a partecipare tutta la cittadinanza spoletina alle catechesi del cammino che si svolgono a Cortaccione il Martedì e il Giovedì presso parrochia san Gabriele alle 21:00.

    Per chi poi volesse conoscere un Pochettino autonomamente il cammino consiglio di leggere :

    Il Kerigma

    Nelle baracche con i poveri
    di kiko arguelio
    edizione. San paolo

    grazie. sig gini moris

  4. Ringrazio la redazione di 7 giorni 7 per l’articolo in prima pagina , non ce nera bisogno non sono un giornalista.

    Ringrazio e con loccasione Vi volevo invitare se mi permettete a partecipare tutta la cittadinanza spoletina alle catechesi del cammino che si svolgono a Cortaccione il Martedì e il Giovedì presso parrochia san Gabriele alle 21:00.

    Per chi poi volesse conoscere un Pochettino autonomamente il cammino consiglio di leggere :

    Il Kerigma

    Nelle baracche con i poveri
    di kiko arguelio
    edizione. San paolo

    grazie. sig gini moris

  5. Il movimento non replica al testo di F.C. perchè non c’è bisogno. Solo per chi per disgrazia sua leggesse il tutto, a scanso di equivoci, essendo i neocatec cattolici, hanno un enorme rispetto ed amore per il Corpo di Cristo, vivo e presente nell’Eucarestia, per cui c’è attenzione ai frammenti ed invito a farlo a chiunque partecipa per la prima volta.Le eresie che F.C. attribuisce ai neocat in base a frammenti tolti da un contesto,giudizi, opinioni, chiacchiere o calunnie sono solo sue.Nessuno mette in dubbio, ma solo in luce maggiore, le verità della fede.
    Ogni cammino ed ogni persona ha questo compito, insieme ci si aiuta per aiutare, per servire ed annunciare la Buona Notizia che Dio ci ama ed ha vinto la morte per noi, ognuno con i suoi limiti ma anche con i suoi doni, la sua scelta di fede e di bene da rinnovare ogni istante.
    Dio vive ed opera in tutti, anche in chi non lo riconosce ma sa amare e servire nella verità, così il male, la divisione, il giudizio ed il fariseismo. Gesù si è scagliato soprattutto contro questo ‘male’ travestito da bene, ed anche papa Francesco, che per questo si è fatto nemici tra cosidetti cristiani perfetti.
    Credersi perfetti è forse il più grande male e peccato, ma una tentazione costante o ricorrente!

  6. Il movimento non replica al testo di F.C. perchè non c’è bisogno. Solo per chi per disgrazia sua leggesse il tutto, a scanso di equivoci, essendo i neocatec cattolici, hanno un enorme rispetto ed amore per il Corpo di Cristo, vivo e presente nell’Eucarestia, per cui c’è attenzione ai frammenti ed invito a farlo a chiunque partecipa per la prima volta.Le eresie che F.C. attribuisce ai neocat in base a frammenti tolti da un contesto,giudizi, opinioni, chiacchiere o calunnie sono solo sue.Nessuno mette in dubbio, ma solo in luce maggiore, le verità della fede.
    Ogni cammino ed ogni persona ha questo compito, insieme ci si aiuta per aiutare, per servire ed annunciare la Buona Notizia che Dio ci ama ed ha vinto la morte per noi, ognuno con i suoi limiti ma anche con i suoi doni, la sua scelta di fede e di bene da rinnovare ogni istante.
    Dio vive ed opera in tutti, anche in chi non lo riconosce ma sa amare e servire nella verità, così il male, la divisione, il giudizio ed il fariseismo. Gesù si è scagliato soprattutto contro questo ‘male’ travestito da bene, ed anche papa Francesco, che per questo si è fatto nemici tra cosidetti cristiani perfetti.
    Credersi perfetti è forse il più grande male e peccato, ma una tentazione costante o ricorrente!

  7. ma è Francesco Contarelli, come scrivete voi, o Franco Continelli come si firma lui? Interessante il mistero dell’identità dell’autore del maxi testo che nemmeno io ho avuto e forse avrò mai il coraggio di leggere tutto, ma che critica e condanna molte stupende affermazioni che la Chiesa ha poi accettato. Lui è superiore alla Chiesa?

  8. ma è Francesco Contarelli, come scrivete voi, o Franco Continelli come si firma lui? Interessante il mistero dell’identità dell’autore del maxi testo che nemmeno io ho avuto e forse avrò mai il coraggio di leggere tutto, ma che critica e condanna molte stupende affermazioni che la Chiesa ha poi accettato. Lui è superiore alla Chiesa?

  9. Esistono vari cammini nella chiesa per crescere nella fede, quello catecumenale è uno.Certamente è necessario un cammino di iniziazione alla fede perchè

    Carissimo Francesco Contarelli, chi sei? Dove stai?Vieni alle assemblee diocesane o parrocchiali?Non ho memoria per i nomi ma a Spoleto ci si conosce più o meno tutti, i soliti che frequentano chiesa, spettacoli, conferenze..Sarei contenta di vederti in faccia.Certo hai tempo da perdere se hai fatto tutta quella ricerca inutile e tendenziosa..Perchè non cerchi invece evangelizzarti ed evangelizzare in una maniera efficace e costruttiva, visto che ognuno di noi e il mondo hanno bisogno della’ buona notizia’incarnata ed annunciata?
    Non possiamo pensare che basti il catechismo della nostra infanzia o l’omelia domenicale.Occorre un serio cammino di iniziazione.Io, ma non solo, ne sto facendo due che per me si integrano e rispondono alle mie necessità:il cammino neoatecumenale e “Darsi pace”.Frequento anche la Scuola di evangelizzazione ecc.
    Ora sono pensionata, con una malattia progressiva che mi sta insegnando tante cose, sulla vita, sulla fede..Grazie a questa mi sento nella possibilità di essere in attivo con amore e gioia da dare e non stare a piangere su me stessa. Quando sento di suicidi nella mia città o di 2000 morti in Nigeria, mi chiedo cosa fare.Una buona risposta è quella di Darsi pace:cambiare noi stessi per cambiare il mondo, cambiare in profondità a livello spirituale, psicologico, culturale,comprendendo i nostri tempi che hanno un bisogno estremo di vedere incarnato e annunciato Gesù Cristo.Certamente non mi metto a studiare per criticare gli altri.Quindi riniziamo da noi e, se vuoi, in collaborazione!

  10. Esistono vari cammini nella chiesa per crescere nella fede, quello catecumenale è uno.Certamente è necessario un cammino di iniziazione alla fede perchè

    Carissimo Francesco Contarelli, chi sei? Dove stai?Vieni alle assemblee diocesane o parrocchiali?Non ho memoria per i nomi ma a Spoleto ci si conosce più o meno tutti, i soliti che frequentano chiesa, spettacoli, conferenze..Sarei contenta di vederti in faccia.Certo hai tempo da perdere se hai fatto tutta quella ricerca inutile e tendenziosa..Perchè non cerchi invece evangelizzarti ed evangelizzare in una maniera efficace e costruttiva, visto che ognuno di noi e il mondo hanno bisogno della’ buona notizia’incarnata ed annunciata?
    Non possiamo pensare che basti il catechismo della nostra infanzia o l’omelia domenicale.Occorre un serio cammino di iniziazione.Io, ma non solo, ne sto facendo due che per me si integrano e rispondono alle mie necessità:il cammino neoatecumenale e “Darsi pace”.Frequento anche la Scuola di evangelizzazione ecc.
    Ora sono pensionata, con una malattia progressiva che mi sta insegnando tante cose, sulla vita, sulla fede..Grazie a questa mi sento nella possibilità di essere in attivo con amore e gioia da dare e non stare a piangere su me stessa. Quando sento di suicidi nella mia città o di 2000 morti in Nigeria, mi chiedo cosa fare.Una buona risposta è quella di Darsi pace:cambiare noi stessi per cambiare il mondo, cambiare in profondità a livello spirituale, psicologico, culturale,comprendendo i nostri tempi che hanno un bisogno estremo di vedere incarnato e annunciato Gesù Cristo.Certamente non mi metto a studiare per criticare gli altri.Quindi riniziamo da noi e, se vuoi, in collaborazione!

  11. Viva la sintesi! Sconsiglio vivamente di leggere qualsiasi testo superiore alle 5 righe,o di leggere qualsiasi bestialità anche scritta con buone intenzioni.’Cambiamo noi stessi per cambiare il mondo'(DARSI PACE).Riniziamo nella verità,la novità e l’amore che è Cristo,facendoci aiutare!

  12. Viva la sintesi! Sconsiglio vivamente di leggere qualsiasi testo superiore alle 5 righe,o di leggere qualsiasi bestialità anche scritta con buone intenzioni.’Cambiamo noi stessi per cambiare il mondo'(DARSI PACE).Riniziamo nella verità,la novità e l’amore che è Cristo,facendoci aiutare!

  13. E’ un bel articolo, però cerchi di essere un pò più originale visto che il testo rassomiglia a diversi materiali visibile su internet basta cercare con google.
    Abbia pazienza il cosi detto direttorio è gia in pasto ormai da anni a siti che fanno o facevano le stesse sue trattazione teologiche presenti

    in questo articolo.

    La questione della segretezza è un dibattito arcinoto specie per i direttori del quale va tenuto in considerazione che:
    1)Per la questione dei direttori.
    Se io sapessi il contenuto di un pacchetto regalo sarei contento a scartare il pacchetto se gia sapessi che cosa contiene il pacchetto? Questo

    mi domando , a volte la segretezza può essere un dono.
    2)Ci sono situazioni personali nella comunità che hanno in primis necessità di essere tutelate da una certa riservatezza.
    I peccati vanno detti al prete durante la confessione e questo e sacrosanto, ma vivendo per anni insieme settimanalmente un cammino di

    fede, gira che rigira se sa un po de tutti.
    Quindi ci vuole un pò di prudenza come dice Papa Francesco.

    Non la faccio lunga, nemmeno su una eventuale trattazione teologica esegetica, non ne sarei in grado, non sono ne formato ne preparato a dare

    una risposta corretta al contenuto del direttorio rispetto al magistero della chiesa.
    Posso solo dire e affermare per dovere di cronaca

    1) dopo un iter di 5 anni tutto il cammino neocatecumenale (quindi anche quello di spoleto)ha subito una approvazione definitiva del proprio

    STATUTO da parte della santa sede.
    2) i cosidetti direttori o orientamenti sono (dopo essere stati letti commentati corretti) approvati della santa sede.
    3) I riti contenuti nei direttori che riguardano i vari passaggi sono stati approvati in via ufficiale dalla santa sede due anni fa , il fatto

    fu anche menzionato dalla stampa a proposito del corvo alla santa sede , in merito a un commento uscito da una lettera da parte di un cardinale

    che non fu consulatato in merito alla approvazione dei riti , se ricordo bene.

    4) resta ancora, mi sembra il doveroso fattaccio della eucarestia neocatecumenale , che fu negli ultimi anni 90, cavallo di battaglia alle

    accuse di eresia al cammino, nata sul fatto che carmen disse in un direttorio mi pare l’iniziale, l’eucarestia era il memoriale della

    resurrezione di cristo , mentre correttamente dicendo passione morte e risurrezione , la dico come la so.
    Per quanto ne sappia non mi sembra che ci siano state approvazioni definitive da parte della santa seda per quanto riguarda un eventuale rito

    eucaristico neocatecumenale.
    Ma va detto, subito dopo l’elezione di benedetto xvi l’allora card Arinze mi pare prefetto per la congregazione del culto emanò una lettera in cui
    1) si imponeva al cammino di recitare il credo
    2) prima della comunione recitare agnello di dio
    4) la comunione andava fatta in piedi
    5) l’altare della chiesa è l’unico posto dove celebrare, no più a tavoloni di legno mobili o luoghi improvvisati.

    per quanto ne sappia queste disposizioni sono attualmente osservate in OBBEDIENZA da tutto il cammino quindi anche quello di spoleto.
    Concludo dicendo che attualmente il Cammino Neocatecumenale è Giuridicamente approvato come realtà a differenza di diversi anni fa, quindi sotto super visione delle autorità ecclesiali.
    Anzi dirò che, avendo una approvazione ufficiale , i catechisti hanno nello svolgimento della loro missione, una importanza maggiore rispetto al passato, in quanto garanti della corretta attuazione dei contenuti dei direttori come testi ufficiali stabiliti dallo statuto del cammino.

    Da qui dire che sia una realtà comoda questo è un altro paio di maniche.
    Fare il cammino significa mettersi nelle mani dei catechisti, come se fossero dei padri superiori di qualche ordine religioso esempio francescani benedettini ecc ecc ma visto in un ottica laica.
    Infatti l’iter di approvazione è stato lo stesso di ogni altro ordine religioso come ne si può trovare nella storia della chiesa.
    Si tratta solo se accogliere o non accogliere la parola annunciata dai kikiani catechisti, ognuno è libero consultandosi con un sacerdote di
    fare le proprie scelte.
    Qualche tempo fa seppi che in una comunità di foligno “mi pare” cera una coppia di genitori che gli fu ammazzato il proprio figlioletto.
    Questo padre e questa madre hanno accolto nonostante il grande dolore di un padre e una madre per la tragica perdita di un figlio, un KERIGMA che gli annunciava di amare anche l’assasino del loro figlio.

    Io francamente sconsiglio di entrare a far parte di questo percorso di fede, perche è solo adatto a persone che sono

    PROSTITUTE,LADRI,ASSASSINI,CORROTTI,ADULTERI,CON PROBLEMI DI TOSSICODIPENDENZA,CON PROBLEMI DI ALCOLISMO,CHE PICCHIA LA PROPRIA MOGLIE E CHE LA TRADISCE O IL PROPRIO MARITO,CHE SI VUOLE SUICIDARE.ECC ECC.
    Se sei UN CATTOLICO normale lascia stare non fa per te sei gia apposto.

    Concludo nella chiesa ci sono altre problematiche più importani, parlate di questo ne dico una.
    La comunione a persone DIVORZIATE E RISPOSATE IN COMUNE O CHE CONVIVONO.
    Parlate di questo del perchè ci sono cattolici di seria A e cattolici di serie B .
    Gente che dopo una esperienza di matrimonio andata male,si sia trovata a rimanere sola o solo e dopo aver trovato una persona con cui condividere qualcosa, si senta esclusa dai sacramenti cristiani .

    sig. GINI MORIS

  14. E’ un bel articolo, però cerchi di essere un pò più originale visto che il testo rassomiglia a diversi materiali visibile su internet basta cercare con google.
    Abbia pazienza il cosi detto direttorio è gia in pasto ormai da anni a siti che fanno o facevano le stesse sue trattazione teologiche presenti

    in questo articolo.

    La questione della segretezza è un dibattito arcinoto specie per i direttori del quale va tenuto in considerazione che:
    1)Per la questione dei direttori.
    Se io sapessi il contenuto di un pacchetto regalo sarei contento a scartare il pacchetto se gia sapessi che cosa contiene il pacchetto? Questo

    mi domando , a volte la segretezza può essere un dono.
    2)Ci sono situazioni personali nella comunità che hanno in primis necessità di essere tutelate da una certa riservatezza.
    I peccati vanno detti al prete durante la confessione e questo e sacrosanto, ma vivendo per anni insieme settimanalmente un cammino di

    fede, gira che rigira se sa un po de tutti.
    Quindi ci vuole un pò di prudenza come dice Papa Francesco.

    Non la faccio lunga, nemmeno su una eventuale trattazione teologica esegetica, non ne sarei in grado, non sono ne formato ne preparato a dare

    una risposta corretta al contenuto del direttorio rispetto al magistero della chiesa.
    Posso solo dire e affermare per dovere di cronaca

    1) dopo un iter di 5 anni tutto il cammino neocatecumenale (quindi anche quello di spoleto)ha subito una approvazione definitiva del proprio

    STATUTO da parte della santa sede.
    2) i cosidetti direttori o orientamenti sono (dopo essere stati letti commentati corretti) approvati della santa sede.
    3) I riti contenuti nei direttori che riguardano i vari passaggi sono stati approvati in via ufficiale dalla santa sede due anni fa , il fatto

    fu anche menzionato dalla stampa a proposito del corvo alla santa sede , in merito a un commento uscito da una lettera da parte di un cardinale

    che non fu consulatato in merito alla approvazione dei riti , se ricordo bene.

    4) resta ancora, mi sembra il doveroso fattaccio della eucarestia neocatecumenale , che fu negli ultimi anni 90, cavallo di battaglia alle

    accuse di eresia al cammino, nata sul fatto che carmen disse in un direttorio mi pare l’iniziale, l’eucarestia era il memoriale della

    resurrezione di cristo , mentre correttamente dicendo passione morte e risurrezione , la dico come la so.
    Per quanto ne sappia non mi sembra che ci siano state approvazioni definitive da parte della santa seda per quanto riguarda un eventuale rito

    eucaristico neocatecumenale.
    Ma va detto, subito dopo l’elezione di benedetto xvi l’allora card Arinze mi pare prefetto per la congregazione del culto emanò una lettera in cui
    1) si imponeva al cammino di recitare il credo
    2) prima della comunione recitare agnello di dio
    4) la comunione andava fatta in piedi
    5) l’altare della chiesa è l’unico posto dove celebrare, no più a tavoloni di legno mobili o luoghi improvvisati.

    per quanto ne sappia queste disposizioni sono attualmente osservate in OBBEDIENZA da tutto il cammino quindi anche quello di spoleto.
    Concludo dicendo che attualmente il Cammino Neocatecumenale è Giuridicamente approvato come realtà a differenza di diversi anni fa, quindi sotto super visione delle autorità ecclesiali.
    Anzi dirò che, avendo una approvazione ufficiale , i catechisti hanno nello svolgimento della loro missione, una importanza maggiore rispetto al passato, in quanto garanti della corretta attuazione dei contenuti dei direttori come testi ufficiali stabiliti dallo statuto del cammino.

    Da qui dire che sia una realtà comoda questo è un altro paio di maniche.
    Fare il cammino significa mettersi nelle mani dei catechisti, come se fossero dei padri superiori di qualche ordine religioso esempio francescani benedettini ecc ecc ma visto in un ottica laica.
    Infatti l’iter di approvazione è stato lo stesso di ogni altro ordine religioso come ne si può trovare nella storia della chiesa.
    Si tratta solo se accogliere o non accogliere la parola annunciata dai kikiani catechisti, ognuno è libero consultandosi con un sacerdote di
    fare le proprie scelte.
    Qualche tempo fa seppi che in una comunità di foligno “mi pare” cera una coppia di genitori che gli fu ammazzato il proprio figlioletto.
    Questo padre e questa madre hanno accolto nonostante il grande dolore di un padre e una madre per la tragica perdita di un figlio, un KERIGMA che gli annunciava di amare anche l’assasino del loro figlio.

    Io francamente sconsiglio di entrare a far parte di questo percorso di fede, perche è solo adatto a persone che sono

    PROSTITUTE,LADRI,ASSASSINI,CORROTTI,ADULTERI,CON PROBLEMI DI TOSSICODIPENDENZA,CON PROBLEMI DI ALCOLISMO,CHE PICCHIA LA PROPRIA MOGLIE E CHE LA TRADISCE O IL PROPRIO MARITO,CHE SI VUOLE SUICIDARE.ECC ECC.
    Se sei UN CATTOLICO normale lascia stare non fa per te sei gia apposto.

    Concludo nella chiesa ci sono altre problematiche più importani, parlate di questo ne dico una.
    La comunione a persone DIVORZIATE E RISPOSATE IN COMUNE O CHE CONVIVONO.
    Parlate di questo del perchè ci sono cattolici di seria A e cattolici di serie B .
    Gente che dopo una esperienza di matrimonio andata male,si sia trovata a rimanere sola o solo e dopo aver trovato una persona con cui condividere qualcosa, si senta esclusa dai sacramenti cristiani .

    sig. GINI MORIS

  15. Carissimo fratello se vuoi, quando vuoi, sono a tua disposizione presso la Madonna della Stella per qualsiasi chiarificazione. Non so se potrò essere alla tua altezza lette le tue considerazioni relative ai sacerdoti inseriti nel Cammino, quantomeno sarà un piacere conoscerci e scambiarci le diverse esperienze di fede. Un abbraccio in Cristo!

  16. Carissimo fratello se vuoi, quando vuoi, sono a tua disposizione presso la Madonna della Stella per qualsiasi chiarificazione. Non so se potrò essere alla tua altezza lette le tue considerazioni relative ai sacerdoti inseriti nel Cammino, quantomeno sarà un piacere conoscerci e scambiarci le diverse esperienze di fede. Un abbraccio in Cristo!

  17. Potete tenere l’articolo in home page fino ad agosto? Giuro lo leggo durante le ferie!

  18. Potete tenere l’articolo in home page fino ad agosto? Giuro lo leggo durante le ferie!

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