Spoleto, Legambiente e Italia Nostra si oppongono all’antenna di Monteluco

7825768566_9d260c5d9d_zSpoleto, Legambiente e Italia Nostra si oppongono all’antenna di Monteluco

Le scriventi associazioni hanno appreso dalla stampa locale che, dopo le vicende del 2010 e del 2012, la vetta di Monteluco è di nuovo sottoposta al rischio di essere ulteriormente degradata e compromessa.

Per quanto fin qui esposto, in relazione all’eventuale progetto di realizzazione di nuova antenna e relativi annessi in località Croce di Monteluco, Spoleto, queste associazioni chiedono, al Comune di Spoleto, alla Regione Umbria, alla Soprintendenza dell’Umbria, l’espressione di un parere di incompatibilità tra il progetto e la conservazione dei caratteri ecologici e paesaggistici-ambientali, sia prossimi che remoti, del sito sottoposto a vincoli specifici.

Ecco perché:

 La località Croce di Monteluco è un luogo è subpianeggiante, con roccia madre calcarea affiorante, densamente colonizzato dalla rara formazione forestale mediterraneo-montana che caratterizza il paesaggio e l’ecosistema del Monte Luco, di elevatissimo pregio naturalistico e culturale.

Le esistenti strutture antropiche verticali, la croce, le due antenne per telecomunicazioni, e gli annessi in forma di capanni, ricoveri, centraline, scale di servizio, occupano una significativa porzione dell’anzidetto spazio subpianeggiante; tuttavia la superficie non trasformata e lasciata alla sua naturale evoluzione risulta, al momento attuale, 2 sufficientemente ampia da produrre un efficacissimo effetto di mitigazione del loro impatto paesaggistico ed ecologico.

La vegetazione naturale autoctona, polifitica, ben sviluppata, estesa, densa, in eccellente stato vegetativo, costituisce una barriera vivente, sia formale che funzionale, capace di annullare, nel paesaggio di prossimità, la percezione delle strutture antropiche esistenti. Il bosco mediterraneo-montano è associato ad antichi percorsi pedonali a fondo naturale che, ben lungi dal rappresentare discontinuità ecologiche e paesaggistiche, risultano perfettamente integrati nel sistema e ne arricchiscono la qualità naturalistica e culturale.

La struttura floristico-vegetazionale dell’ecosistema si basa su specie di alto pregio conservazionistico: le arboree leccio (Quercus ilex) e corbezzolo (Arbutus unedo), l’arbustiva viburno (Viburnum tinus), la cespugliosa bosso (Buxus sempervirens) e l’erbacea perenne pungitopo (Ruscus aculeatus ). A queste si associa un corteggio di altre specie, sia legnose che erbacee, tipiche della foresta mediterraneo-montana.

L’attuale, significativa componente naturale risulta competere efficacemente con l’attuale componente antropico-tecnologica anche dal punto di vista faunistico, tanto che nel corso dei sopralluoghi è stata rilevata, al suo interno, la presenza di specie animali di elevato pregio naturalistico. Tra di esse: il cerambice maggiore (Cerambix cerdo), la apollo (Parnassius apollo), il colubro liscio (Coronella austriaca) e l’istrice (Hystrix cristata); il coleottero, la farfalla, il serpente ed il grande roditore sono inclusi nella Direttiva comunitaria ‘Habitat’, come specie animali di interesse comunitario (M.A.T.T., 2003) per la salvaguardia delle quali la Direttiva prevede “una protezione rigorosa” o addirittura “la designazione di zone speciali di conservazione”.

Infatti non si può considerare casuale il fatto che la località in argomento, Croce di Monteluco, si trovi nel cuore del Sito di Interesse Comunitario “Monteluco” (Orsomando et alii, 2004). Il piccolo ma importante miracolo ecologico-paesaggistico sopra descritto, sviluppatosi in decenni di paziente ricostruzione e restauro da parte della natura, nei confronti della dirompente invasività antropica, sta per essere, di fatto, alterato e quindi cancellato.

Infatti, riguardo alla situazione ambientale, la precedente progettazione risultava superficiale, incompetente e mendace. Non è dato di sapere se esiste una nuova proposta progettuale corredata di VIA e di VINCA; purtuttavia la situazione ambientale e la possibilità d’impatto paesaggistico ed ecologico sul delicatissimo luogo rimangono intatte. In particolare la sottrazione d’habitat e di ecosistema che si realizza con la nuova opera, non si ferma al comunque cospicuo ingombro fisico delle strutture e dei manufatti, ma va ben oltre il loro confine: i campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati da una sorgente come l’antenna in argomento, inibiscono l’attività vitale dei Pipistrelli (Nicholls & Racey, 2007) tanto che gli effetti di tale invisibile barriera su di essi possono dirsi nulli solamente ad una distanza superiore a 400 metri dalla sorgente.

È lecito assumere, inoltre, che anche i piccoli Uccelli entomofagi, sia notturni che diurni, possano soggiacere alle stesse conseguenze deleterie provate per i Chirotteri dovute all’esposizione dei campi magnetici ed elettromagnetici. Si rammenta che tutte le specie di Pipistrelli sono tutelate dalla summenzionata Direttiva comunitaria ‘Habitat’ e che molte specie di piccoli Uccelli sono tutelati dall’analoga Direttiva comunitaria ‘Uccelli’. Nella fattispecie la nuova antenna per telecomunicazioni non farà altro che aggravare significativamente la situazione attuale.

Dal punto di vista del paesaggio remoto la situazione non è migliore: il ragionamento secondo il quale 4 sorgenti di impatto sul paesaggio sono meglio, o uguali, o altrettanto 3 tollerabili, di 3, non solo non ha fondamento logico, empirico, scientifico, ma è pericolosissimo dal punto di vista del processo decisionale politico-amministrativo.

Risulta evidentissimo che l’approccio del “tanto peggio-tanto meglio” conduce ad una espansione progressiva e incontenibile delle fonti d’impatto, a partire dalla prima; infatti quante più fonti d’impatto sono presenti in un luogo, tanto più il luogo, sempre più ampio, risulterà degradato e tanto più quel luogo risulterà suscettibile di ulteriore impatto. Il circolo vizioso è dato dall’assenza di pianificazione e programmazione, che imponga in via certa e definitiva: limiti alle ubicazioni, limiti numerici, limiti geometrici, limiti estetici.

2 Responses

  1. beh che dire… la relazione è completa ed esaustiva. …solo una piccola polemica…dove sono le relazioni fatte per il mostro delle mura, per il centro commerciale di fabbreria e così via per le decine di mostruosità realizzate negli ultimi anni?Malgrado questa polemica sarebbe opportuno che le forze politiche si confrontino per affrontare una volta per tutte il discorso “Monteluco”.

  2. beh che dire… la relazione è completa ed esaustiva. …solo una piccola polemica…dove sono le relazioni fatte per il mostro delle mura, per il centro commerciale di fabbreria e così via per le decine di mostruosità realizzate negli ultimi anni?Malgrado questa polemica sarebbe opportuno che le forze politiche si confrontino per affrontare una volta per tutte il discorso “Monteluco”.

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