Festival di Spoleto, i tecnici precari scrivono al ministro Franceschini

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I tecnici precari scrivono al ministro Franceschini e all’assessore regionale dei bene culturali Agabiti

Riceviamo e pubblichiamo la lettera dell’Organizzazione Sindacale Uilcom-UIL Umbria sul problema dei tecnici precari al Festival di Spoleto. 

“L’Organizzazione Sindacale Uilcom-UIL Umbria chiede con la presente urgenti chiarimenti per quanto accaduto con la Dirigenza della Edizione Festival di Spoleto 2020, caso divenuto poi mediatico presentato dalla nostra Sigla Sindacale per tramite dei tutelati Lavoratori Tecnici Precari del Festival stesso.

In primis duole segnalare che, a seguito incontro con la Dirigenza del Festival di Spoleto avvenuto il 18 Agosto 2020 e successivamente in data 25 Agosto 2020 con il Sindaco di Spoleto (nonché Presidente della Fondazione Festival di Spoleto) alcuna soluzione è stata trovata se non la ricezione, in seconda battuta, di proposta dall’Istituzione Culturale Festival considerata sia dalla nostra Sigla Sindacale sia dalle Maestranze dei Precari – che lavorano con il Festival di Spoleto da circa 2 decenni – completamente iniqua e con assenza di dignità rispetto alle Edizioni del Festival degli anni precedenti, stante il periodo emergenza Covid e stanti le segnalate presenze di Maestranze Precarie Pensionate che stanno prestando attività lavorativa da “molte” più giornate rispetto alla proposta di pochi giorni presentata per sole 2 Maestranze Precarie dall’Istituzione Culturale Festival di Spoleto. Per tale aspetto sorprende un Comunicato Stampa del Festival di Spoleto uscito in data 26/08/2020 a firma della Responsabile Amministrativa Dott.ssa Maria Teresa Bettarini e del Direttore Tecnico Dott. Ottorino Neri nel quale, invece di trovare una soluzione per i Precari Tecnici rimasti SENZA REDDITO ALCUNO dopo quasi 2 decenni di onorata collaborazione con la Fondazione Festival, paradossalmente gettano benzina sul fuoco informando che i Tecnici si sentono discriminati “a favore di tecnici scelti da fuori città” grazie a scelte programmate.

Dove troviamo la “Solidarietà” a chi ha lavorato come precario tecnico per quasi 2 decenni con il Festival senza comprendere il motivo della esclusione nell’Edizione del 2020? Si parla di ristrettezze a favore di chi?? E per quali motivi??? Abbiamo informazioni che altri Festival a livello Nazionale hanno adottato forme solidali visto l’atipico periodo. Qui invece si scelgono pensionati lasciando a piedi chi ha necessità in quanto non è titolare di Pensione e chissà quando e se la percepirà, dovendo portare un reddito in Famiglia.

A questo fine chiediamo sia al Ministro Dott. Franceschini sia all’Assessore Regione Umbria Dott.ssa Agabiti come mai non vengono formulate “graduatorie pubbliche” per il Festival al fine di promuovere anzianità lavorativa, evitando spiacevoli situazioni come quelle che stiamo narrando, in un ambito culturale dove a far da padrone sono nella maggioranza i proventi pubblici.

Oltremodo nel Comunicato Stampa del Festival datato 26/08/2020 si trovano enormi inesattezze rispetto al rapporto con la nostra Sigla Sindacale, imprecisioni degne di segnalazione e per le quali ci si vede oltre al “Danno” anche la “Beffa” contro dei Precari Lavoratori che ad oggi non trovano il reddito atteso tutto l’anno con il Festival. La prima inesattezza nel Comunicato Stampa del Festival: al primo incontro tra Sigla Sindacale e Direzione Amministrativa è stato trovato un “muro” senza alcuna proposta.

In seguito NON È STATA GARANTITA l’assunzione di una settimana a tutti gli 8 Tecnici bensì solo 2 posti per due Maestranze macchinisti. La seconda inesattezza nel Comunicato Stampa del Festival: NESSUN LAVORATORE e NEANCHE LA SIGLA SINDACALE ha accettato la proposta sopra esposta, vedendo arrivare in seguito ulteriore proposta nella quale si riconfermava la “necessità” di 2 macchinisti per 10 giorni ovvero di 4 macchinisti con giorni ridotti a metà per ognuno di loro, con la disponibilità di prendere accordi AD OGGI MAI DEFINITI per gli altri Tecnici nel mese di Settembre, a Festival ormai concluso. La Fondazione comunicava di “non avere possibilità di indicazioni” da fornire per gli altri Tecnici.

Importante è quindi chiarire direttamente con la Dirigenza del Festival e con la supervisione del Ministero e con l’Assessore Culturale dell’Umbria la trasparenza della “macchina organizzativa” del Festival, respingendo le totali inesattezze del Comunicato Stampa diramato dallo stesso Festival Edizione 2020. Vale la pena ricordare che le ristrettezze economiche per questo Festival vengono calcolate anche tramite un denaro pubblico ottenuto dall’Istituzione Culturale, quest’anno pari all’80% rispetto agli anni precedenti. Con tale denaro pubblico, oltre emissione biglietti (incasso considerevole come segnala la stampa locale) ed altre elargizioni volontarie, sono stati istituiti solamente 8 sipari rispetto ai 50/80 delle Edizioni precedenti considerando, a nostra idea, un “enorme risparmio” rispetto ai precedenti anni, riflettendo sulle citate spese Anti-Covid (nel Comunicato del Festival) per le quali dovrebbe essere presente uno sgravio fiscale Statale.

Visto che la Dirigenza Festival Edizione 2020 oltre a comunicare notizie inesatte “umilia” in maniera maggiore i Precari Lavoratori invece di trovare soluzioni nel rispetto del “buon padre di famiglia” e visti gli emolumenti percepiti dalla Dirigenza presenti nel Bilancio di Previsione 2020 pubblicato in virtù della legge sulla trasparenza, la nostra Sigla Sindacale oltre a richiedere nuovamente le immediate Dimissioni dell’attuale Dirigenza attende un incontro con la nuova Dirigenza e la Presidenza del Festival di Spoleto come promesso dal Sindaco unitamente al Ministro Dott. Franceschini ed all’Assessore Regione Umbria Dott.ssa Agabiti per quanto sopra comunicato. Ringraziando per l’attenzione si attendono riscontri”. 

One Response

  1. Primo: non credo che Ottorino sia “dottore”, ma, si sa, un titolo da “dottore” non si nega a nessuno. Secondo: DA SEMPRE, a lavorare per il Festival si accede per chiamata, non per concorso e non esiste una graduatoria. In una edizione molto accorciata sia in termini di spettacoli che di giorni lavorativi, ci sta che servano meno lavoratori. Siamo d’accordo che chiamare gente che sta in pensione sia immorale, ma non illegale in quanto la legge, purtroppo (e sottolineo PURTROPPO) permette di svolgere un lavoro anche a chi già percepisce una pensione. Sono moltissime le persone che hanno una pensione e contemporaneamente occupano un posto di lavoro. Il mai troppo compianto ex sindaco, era ben consapevole di questa grossa stortura e aveva provato a porci rimedio, ma si è scontrato con chi si è appellato alla Legge. Quindi, finchè questa non cambia (e non cambierà), la direzione tecnica del Festival potrà chiamare chi riterrà opportuno (in termini di capacità professionali e di simpatia). Infine, una considerazione personale: come si fa ad attenuare (non dico risolvere) il problema della disoccupazione se si permette l’esistenza di una simile legge? nessuno ha pensato ad un referendum abrogativo per questa faccenda?

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