Coronavirus, Banca d’Italia finanzia ospedale da campo per 30 posti di terapia intensiva

Un ospedale attrezzato fino a 30 posti in terapia intensiva, completamente autonomo, da poter allestire, in un giorno, in qualsiasi luogo. Questa la futura dotazione della Regione dell’Umbria grazie al progetto dell’ospedale da campo, ideato dallo stesso ente, finanziato dalla Banca d’Italia.

“Un ringraziamento alla Banca d’Italia per aver accolto il nostro progetto – ha sottolineato la Presidente della Regione Donatella Tesei. Una struttura all’avanguardia che ci permetterà di avere 30 letti, dotati della strumentazione per la terapia intensiva, sia per i malati Covid, rispondendo così all’attuale emergenza, che per qualsiasi altra evenienza futura. La Regione continua, così, nel suo progetto di consolidamento delle strutture sanitarie, grazie anche alla capacità di fare squadra con gli altri attori del territorio”.

“Siamo lieti ed orgogliosi – ha commentato il direttore della filiale perugina della Banca d’Italia, Miriam Sartini – di poter partecipare a questo importante progetto regionale. Con la presidente, da quando ci siamo conosciute poco tempo fa, c’è stata una immediata collaborazione, frutto anche del pragmatismo tipico delle donne. Mi complimento per la celerità e l’efficienza con cui la Regione è riuscita a redigere il progetto che la Banca d’Italia ha deciso di finanziare con 3 milioni di euro, e che rientra in un ampio quadro di interventi che la Banca sta portando avanti in tutto il territorio nazionale”.

Un progetto messo su carta in tempo record come ha sottolineato il Direttore Regionale Stefano Nodessi. ”Il 27 marzo mi è stato chiesto di mettere nero su bianco la nostra idea. Ho iniziato a lavorare con 3 consulenti medici, esperti in campo militare, partendo dall’ospedale da campo che era già in nostro possesso, come struttura esterna, e utilizzato per alcune emergenze tra cui il sisma de L’Aquila, ma al quale mancava interamente la strumentazione adeguata. Si tratta di quattro gallerie da 60 mq dotate di impianto elettrico e di riscaldamento a gasolio. La fornitura di acqua si basa su rete con tubazioni che va alimentata da un potabilizzatore ad oggi mancante così come mancano le attrezzature mediche che grazie a questo progetto potranno essere acquistate trasformando la struttura in un efficiente ospedale in grado di trattare 30 degenti con patologia virale, ma non solo”.

“Per vincere le guerre – ha detto il Direttore Regionale Claudio Dario – serve una linea difensiva efficace. Il nostro obiettivo era ed è quello di evitare la saturazioni del sistema sanitario, soprattutto di terapia intensiva. Dai 69 posti che avevamo ad inizio emergenza siamo già arrivati a 120, grazie ad interventi logistici e impiantistici nelle varie strutture ospedaliere, e vediamo i 150 posti come fronte estremo. Ora, grazie all’ospedale da campo, potremo contare su una struttura posizionabile ovunque, che è una importante opportunità sia nel caso di un peggioramento della situazione attuale, sia per altre emergenze. Una struttura, per il rapporto capienza/bio contenimento, unica nel suo genere”.