Ancarano di Norcia: presentazione del restauro del Cristo Crocifisso di Benedetto da Maiano

Fino al 6 aprile sarà esposto al Duomo di Spoleto e poi, fino al 14 luglio, al Museo Nazionale del Bargello a Firenze

Mercoledì 6 marzo 2019 alle ore 12.00, ad Ancarano di Norcia, presso la sala dei moduli abitativi, verrà presentato il restauro del Cristo Crocifisso di Benedetto da Maiano proveniente dalla chiesa della Madonna Bianca. L’intervento è stato eseguito dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze grazie al progetto di recupero delle opere d’arte mobili compromesse dai terremoti del 2016, realizzato in accodo con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria.

Alla presentazione del restauro interverranno: l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, la soprintendete Marica Mercalli, il sindaco di Norcia Nicola Alemanno il direttore dell’Opificio delle Pietre Dure Marco Ciatti, il restauratore Peter Stiberc. Alle 17.00, poi, mons. Boccardo, insieme al parroco don Luciano Avenati, nella stessa sala dei moduli abitativi, presiederà la Messa del Mercoledì delle Ceneri che segna l’avvio della Quaresima. La notte, infine, si terrà una veglia di preghiera dinanzi al Crocifisso restaurato.
Successivamente l’opera rimarrà esposta fino al 6 aprile nella Cattedrale di Spoleto, all’interno della Cappella delle Reliquie, e potrà così essere ammirata e offerta alla devozione dei fedeli della diocesi di Spoleto-Norcia. Poi, fino al 14 luglio, verrà esposta presso l’importante mostra “Verrocchio il Maestro di Leonardo” che si terrà al Museo Nazionale del Bargello di Firenze.

Questa importante struttura lignea policroma quattrocentesca, già riconosciuta di mano di Benedetto da Maiano da Pietro Toesca, venne prelevata dalla chiesa della Madonna Bianca di Ancarano dopo le terribili scosse di fine ottobre 2016 dalle squadre di pronto intervento composte dai funzionari della Soprintendenza, dai Vigili del Fuoco e dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri. Considerata la sua importanza e il rischio cui era esposta, fu uno dei primi spostamenti d’emergenza compiuti a scopo precauzionale: infatti, pur se gravemente danneggiata e inagibile, la chiesa della Madonna Bianca aveva resistito al crollo e l’opera non aveva subito danni.