Laureti: Bececco si ma senza Settimi, Profili e Cappelletti

In un paio di giorni si è passati dal mai Bececco al si Bececco ma senza gli ingombranti della vecchia giunta.

Questo in estrema sintesi il dopo voto del 10 giugno in casa Laureti, che ancora una volta si trova a dover gestire due anime contrastanti tra chi vorrebbe andare avanti da soli e chi invece non vederebbe male un aiutino dalla sconfitta del primo turno.

Il risultato della Bececco si presta ovviamente a diverse letture. In ottica ballottaggio è sicuramente un successo potendo contrattare con le due forze contendenti e ottenere quindi qualche poltrona. Se si guarda invece al puro risultato numerico non può che rappresentare una cocente bocciatura della vecchia giunta.

La vice sindaco uscente ha infatti improntato la propria campagna elettorale sulla continuità con  la giunta Cardarelli, che però quasi 13000 spoletini su meno di 18000 hanno detto chiaramente di non aver gradito.

Lo confermano anche le scarse preferenze accordate agli assessori uscenti che tra Settimi, Loretoni e Cappelletti non hanno superato quota 150. Unica eccezione l’ex assessore Profili, che è da ricordare, ha seguito l’ex vice sindaco passo passo in una campagna elettorale capillare e presenzialista come non mai.

De Augustinis ha ringraziato il suo 37% di elettori, che è un pò lontano dal 53% annunciato o creduto possibile, ma che gli ha comunque concesso il primo posto dopo la prima tornata.

Il sentore è che si arrivi a domenica senza cercare un apparentamento ufficiale, o almeno questo sembra l’umore della coalizione, ma in politica mai dire mai.

Spenti i clamori televisivi, cartellonistici e social, la prima settimana di ballottaggio è trascorsa a fari spenti. Le voci di apparentamenti ufficiali si sono rincorse insieme alle smentite.

Domani scade il termine per presentare un  apparentamento ufficiale e poi scatteranno i 7 giorni decisivi che assegneranno a questa città il nuovo sindaco.

Difficile se non impossibile al momento fare un pronostico plausibile, che tenga conto anche di un astensionismo che stavolta potrebbe essere ancora più sostanzioso.