Signor Sindaco, che ci dice degli asili comunali?

Pubblichiamo questa accorata lettera inviataci da una nostra lettrice, che in qualità di madre di un bambino e lavoratrice non trova il sostegno adeguato da parte delle istituzioni.

Noi di Spoleto7Giorni non crediamo che sia l’unica mamma in difficoltà e siamo sicuri che troverà sicuramente la solidarietà di cui ha bisogno, sopratutto da parte di chi vive la medesima situazione…

Si accettano scommesse sulla risposta (concreta) delle istituzioni!

Gentile Sindaco,

le scrive una cittadina che ha la grande gioia di essere madre e, al contempo, la sfortuna di esserlo in una società come la nostra  in cui, al di là di tante vacue parole sul sostegno alla maternità, una donna che lavora affronta difficoltà quotidiane, ostacoli che non sono altro che la conseguenza diretta di una politica sociale inadeguata e indifferente.

Il 27 dicembre 2010 sono state approvate le graduatorie provvisorie degli asili nido comunali per l’anno scolastico 2010/2011, relative alla riapertura dei termini di iscrizione avvenuta a novembre 2010.

Ci sono ben 41 bambini – fra cui il mio – che aspettano di essere accolti in un asilo nido nel comune di Spoleto, di questi, 24 sono al di sotto dell’anno di età.

Ora, non so quale sia la situazione delle altre 40 famiglie, ma non è difficile immaginare che dietro alla richiesta di inserire dei bambini così piccoli all’asilo ci sia, almeno nella maggioranza dei casi, un reale bisogno dei genitori di aiuto e sostegno.

Le parlo, ad esempio, del mio normalissimo caso. Siamo due genitori che lavorano. Per un certo periodo siamo riusciti a ridurre i nostri orari di lavoro e ad occuparci a turno di nostro figlio, ma ora abbiamo bisogno di inserire il bambino all’asilo. (Per non parlare del diritto del bambino di usufruire di spazi idonei alla sua crescita, per la socializzazione, per lo sviluppo dell’autonomia, per il gioco.) Non siamo una famiglia povera, possediamo la casa dove viviamo, tuttavia non potremmo assolutamente permetterci un asilo privato, sempre che ci fosse posto: spenderemmo più del doppio rispetto all’importo che avremmo pagato per l’asilo comunale (importo determinato dalla tabella delle agevolazioni da voi pubblicata basata sul modello ISEE). Per essere chiari, la retta del nido privato andrebbe a incidere per più di un terzo sul nostro bilancio familiare.

Così, mentre cerco di trovare il modo di essere un genitore che lavora – sic! – e di affrontare i giorni che verranno, per aggiungere al danno la beffa, mi vado a rileggere il Suo programma elettorale. Lo ricordo anche a Lei, che ne ha bisogno più di tutti:

“Punteremo a facilitare le relazioni e le attività di uomini e donne promuovendo un nuovo piano dei tempi della città e degli orari di lavoro; potenziando la rete delle strutture per l’infanzia (asili nido, ludoteche, parchi gioco tematici), in modo da intervenire positivamente anche sul diritto delle donne di partecipare al mercato del lavoro senza rinunciare al diritto della maternità”.

Sindaco, sono confusa: a che punto è il suo piano?

Seguo con lucida attenzione – e, devo dire, con sempre maggiore sgomento – tutti i consigli comunali, in più conosco la difficile situazione dei lavoratori precari degli asili comunali, dunque non La stupirà il mio senso di smarrimento e il mio bisogno di avere delle risposte pragmatiche e soprattutto sincere.

Le scrivo pubblicamente, perciò, per invitarLa a svelare finalmente a me e a tutta la comunità quali sono le azioni che l’amministrazione ha intenzione di compiere al fine di mantenere la promessa elettorale di – cito – “una scuola per tutti con effettiva disponibilità di risorse umane e finanziarie”.

La prego, cortesemente, di non giocare la carta della riduzione dei trasferimenti del Fondo Sociale Nazionale agli enti locali. Sa bene, lei che è un padre, che i tagli alle spese non possono interessare i bisogni dei nostri figli.

In sconfortata attesa,

una cittadina, donna, madre e lavoratrice