Giorgio Mariottini e Rosso Bastardo

mariottiniGli spettacoli di Rosso Fastardo
hanno reso largo Ferrer il baricentro
del flusso turistico festivaliero
dove il Sacro ed il profano si incontrano
annusandosi,
come a riconoscere nell’ altrui arte,
una dignità che spesso il protocollo
tende ad annullare.
Partendo da piazza Ferrer
l’ itinerario può essere solo che virtuoso:
da una parte Piazza del Mercato, il Duomo,  e li  a dieci metri
Corso Mazzini,
finalmente attrezzato a Nobile salotto buono
non più in balia di villani parcheggiatori.
Ma quanti anni c’ hanno messo a capirlo?.
Questa piazzetta,
largo Ferrer,
è diventata un ottimo “campo base”
per avventurarsi nella  Storia e nell’Arte di Spoleto.
è’ infatti tutto a portata di mano
per il turista colto o curioso o spettatore  che sia.
Rosso Bastardo,
il classico locale che
sotto l’ egida del Festival
si può permettere un’ ampia libertà gestionale,
con gli ottimi risultati che stanno sotto gli occhi di tutti ma,
una volta finita la Kermesse,
può diventare vittima delle proteste,
solitamente molto ascoltate,
di qualche residente che magari
a qualche centinaio di metri,
va a dormire con le galline o ha il sonno leggero.
Forse l’ Amministrazione dovrebbe smettere di correre al capezzale
di chi non riesce a capire  quello che oramai stiamo per perdere:
il riconoscimento internazionale e
ministeriale ($) di Città d’ Arte.
L’ arte è anche lavoro ed economia virtuosa,
e ha bisogno di un tessuto cittadino
che si inebri orgogliosamente del partecipare
tutto l’ anno, come Cittadino,
alla rinascita del Festival,
magari evitando continue chiamate a Polizia,
Carabinieri, Vigili Urbani,
al primo vociare dopo il tramonto.